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LOCARNO 2014 Fuori concorso

Yalom’s Cure, un antidoto contro la banalità

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- L'ultima fatica della regista zurighese Sabine Gisiger, ha saputo emozionare il pubblico di Locarno grazie a un ritratto sincero di un personaggio fuori dal comune

Yalom’s Cure, un antidoto contro la banalità

Malgrado il film di Sabine Gisiger sia stato presentato fuori concorso e non nel forse più “gettonato” concorso internazionale, il pubblico del Festival di Locarno ha dovuto comunque mostrare gli artigli per accaparrarsi le ultime sedie disponibili in una sala ormai gremita. Questo dimostra quanto la cinematografia elvetica sia ancora capace di attirare un pubblico di fini cinefili come di semplici curiosi alla ricerca di quelle emozioni che solo la settima arte sa regalare.

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Irvin D. Yalom, psichiatra di fama mondiale e autore di numerosi best-seller, è considerato lo psicoterapeuta più influente degli Stati Uniti. I suo libri sono stati venduti in tutto il mondo a milioni di esemplari, e critici e pubblico li considerano quasi come delle reliquie capaci di illuminare chi la luce l’ha persa ormai da troppo tempo. Questi si sono trasformati in veri e propri manuali per capire ed accettare i nostri difetti, la nostra parte d’ombra. Yalom’s Cure [+leggi anche:
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è più di un semplice film biografico; la sua forza risiede nella sua capacità di rendere universale delle inquietudini in apparenza intime e personali. Sabine Gisiger ci guida nella vita di quest’uomo fuori dal comune con rispetto e pudore: mostrando il personaggio pubblico ma anche e soprattutto il suo io più profondo, la sua ricca vita spirituale. La complessità di questa dicotomia tra immagine professionale e vita privata (il suo ruolo di marito, padre e guida) è mostrata con maestria dalla regista svizzera che riesce a sedurci, facendoci quasi dimenticare il momento presente, guidandoci in un modo senza tempo.

La voce calma e profonda di Yalom ci culla e ci rassicura, spingendoci, quasi nostro malgrado, verso il nostro subconscio, mettendoci di fronte a delle problematiche esistenziali che spesso preferiamo dimenticare, per paura, per facilità o semplicemente a causa di una vita frenetica che ci rende insensibili al mondo ma anche a noi stessi. Grazie al suo ultimo lungometraggio, Sabine Gisiger ci propone una sorta di psicanalisi attraverso il cinema, ci permette, per un breve istante privilegiato di confrontarci con il nostro intimo, con le nostre angosce ma anche con i nostri desideri, i nostri sogni. Irvin Yalom ci mostra quanto queste paure che crediamo intime e personali siano in effetti universali e quanto sia importante affrontarle per riuscire a vivere serenamente (o per lo meno, in modo più leggero) con gli altri e soprattutto con noi stessi. La magia del cinema non è forse proprio quella di aprire delle finestre sul mondo, di spingerci a riflettere tanto sulla società quanto sulle nostre intime inquietudini? In ogni caso la cura di Yalom ha fatto effetto e il pubblico di Locarno si è lasciato volentieri imbarcare in una mini-odissea umana incredibilmente potente. 

Yalom’s Cure è coprodotto da Das Kollektiv für audiovisuelle Werke, Vega Film e Schweizer Radio und Fernsehen SRG SSR e distribuito nel mondoda Autlook Filmsales.

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