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PERSONAGGI Francia

Alain Resnais: addio a un grande maestro

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- Il regista francese è scomparso all'età di 91 anni, lasciando dietro di sé un'opera di enorme ricchezza cinematografica

Alain Resnais: addio a un grande maestro

Appena due settimane fa, il suo 20mo lungometraggio, Aimer, boire et chanter [+leggi anche:
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(che uscirà il 26 marzo nelle sale francesi) si aggiudicava a Berlino il premio Alfred Bauer assegnato a un film che apre nuove prospettive. Fino alla fine della sua carriera, Alain Resnais, deceduto sabato 1° marzo a Parigi, all'età di 91 anni, ha dunque raccolto onorificenze senza mai deviare dal suo percorso di cineasta innovativo e sperimentatore.

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Regista originale, Alain Resnais ha ricevuto un numero esorbitante di ricompense. I suoi esordi gli valsero in particolare un Oscar del miglior cortometraggio nel 1950 per Van Gogh, poi due Premi Jean Vigo del cortometraggio con i documentari Les statues meurent aussi (co-diretto con Chris Marker) nel 1954 e il celebre Notte e nebbia nel 1956. Montò anche La pointe courte, primo lungometraggio di Agnès Varda che apparteneva come lui al movimento detto del Nouveau Cinéma (una tendenza distinta dalla Nouvelle Vague).

Il passaggio al lungometraggio proiettò Alain Resnais verso una notorietà mondiale con Hiroshima, mon amour che fu presentato in competizione a Cannes nel 1959. Il cineasta partecipò in totale cinque volte alla corsa alla Palma d'oro con Stavisky... nel 1974, Mio zio d'America (Grand Prix nel 1980), Gli amori folli [+leggi anche:
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(premio eccezionale della giuria nel 2009) e Vous n'avez encore rien vu nel 2012.

Gli altri grandi festival internazionali non mancheranno di mostrare il talento poliedrico del cineasta che si aggiudicherà due Orsi d'argento a Berlino (con Smoking/No Smoking en 1994 e Parole, parole, parole… nel 1998) e che vincerà a Venezia il Leone d'oro nel 1961 per L'anno scorso a Marienbad e un Leone d'argento della regia nel 2006 per Cuori [+leggi anche:
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. La Mostra gli offre altre due partecipazioni in concorso con Muriel, il tempo di un ritorno nel 1963 (che valse a Delphine Seyrig la Coppa Volpi della miglior attrice) e L'amour à mort nel 1984, oltre a un Leone d'oro alla carriera nel 1995.

Questa collezione di ricompense include anche, fra gli altri, una menzione speciale a Locarno per La guerra è finita nel 1966, due premi Louis Delluc, un BAFTA e un record di nomination (8) al César del miglior regista che Resnais si aggiudicò due volte. E' anche l'unico cineasta ad aver vinto tre volte il César del miglior film con Parole, parole, parole… nel 1998, Smoking/No Smoking nel 1994 e Providence nel 1978.

Una moltitudine di omaggi, dal presidente della Repubblica (François Hollande) al ministro della Cultura (Aurélie Filippetti) passando per la presidente del CNC (Frédérique Bredin) hanno salutato la scomparsa del maestro della decostruzione narrativa e della scenografia giocosa, un regista la cui giovinezza di spirito non è mai venuta meno e la cui opera appartiene indiscutibilmente al Pantheon della settima arte e dovrebbe figurare obbligatoriamente nei programmi delle migliori scuole di cinema.  

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(Tradotto dal francese)

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