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BERLINALE 2014 Panorama

Blind, dimmi cosa vedi e ti dirò chi sei

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- Presentato al Sundance dove è stato premiato per la sceneggiatura, il primo film da regista del norvegese Eskil Vogt partecipa alla sezione Panorama della Berlinale

Blind, dimmi cosa vedi e ti dirò chi sei

La 64ma edizione della Berlinale sarà stata l'occasione europea per scoprire un altro lato dello sceneggiatore e fedele collaboratore di Joachim Trier. Il regista di Oslo, August 31st [+leggi anche:
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, un'esperienza sensoriale che descrive con profondità e fantasia la vita interiore di una giovane donna che ha perso la vista e per la quale va cancellandosi progressivamente il ricordo descrittivo delle cose e dei luoghi. Una formidabile opera prima da regista per il norvegese Eskil Vogt.

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Da quando è affetta da cecità, Ingrid (Ellen Dorrit Petersen) vive rinchiusa dentro casa. Trascorre le sue giornate ad ascoltare i suoni del mondo esterno che le arrivano dalla finestra del suo appartamento. Immersa nei suoi pensieri e ricordi, apre gli occhi sul suo mondo interiore che "vede" tinto di desideri repressi. Comincia così una ricostruzione letteraria della sua vita in cui ridistribuisce i ruoli, a partire da quello del suo "noiosissimo" marito, Morten (Henrik Rafaelsen), il quale potrebbe avere un'avventura extraconiugale che lei immagina a partire da frammenti sonori… e per compensare il fatto di essere diventata non vedente, Ingrid invita Einar nella sua vita, un voyeur solitario che sarebbe l'amico del liceo di suo marito e un ammiratore che osserverebbe di nascosto la sua amante.

In Blind, tutto è al condizionale, perché la sfida del film è di mettere lo spettatore nei panni di una cieca "cui non interessa più cosa è reale fino a quando riesce a visualizzarlo". Ogni scena diventa così l'occasione per un espediente scenico o di sceneggiatura volto a veicolare una narrazione di tipo "sensoriale". Eskil Vogt dà prova di grande umorismo e inventiva a tal riguardo. Questo lato ludico apporta una bella leggerezza a quello che rimane innanzitutto un dramma, quello della disintegrazione di una coppia e di una donna isolata dalla sua malattia. Il regista trascina lo spettatore in un'esperienza che si trasforma sottilmente in altro rispetto a una narrazione classica.

Grazie alla fotografia di Thimios Bakatakis (Dogtooth [+leggi anche:
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) e un lavoro di artigianato sonoro cui contribuiscono le composizioni di Henk HofstedeBlind dà la sensazione di fluttuare e lo spettatore non ha altra scelta che farsi guidare dalla voce off. Se il film è talvolta crudo e terra terra (le scene pornografiche sono la migliore illustrazione di questo aspetto), non è meno intelligente e colto quando si tratta di citare la poesia norvegese così come la cultura pop, cui la pornografia ad ogni modo appartiene. Blind possiede inoltre una freddezza tutta scandinava che si ritrova anche nei tratti del volto della protagonista, bella ma strana. Un'ottima scelta di casting che conferma tutto il potenziale di Ellen Dorrit Petersen, scoperta in Troubled Water [+leggi anche:
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(2008).

Con Blind, Eskil Vogt conferma tutto il bene che si poteva pensare delle sue sceneggiature. Si attende con piacere il seguito di questa carriera che fino ad oggi pare non aver sbagliato un colpo. 

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(Tradotto dal francese)

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