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ROMA 2013 Concorso

Take Five, lo "spaghetti gangster" di Guido Lombardi

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- Il regista di Là-bas conferma il suo talento con un'opera seconda incentrata su cinque uomini alle prese con una rapina milionaria. Tra gli interpreti, Peppe Lanzetta e Salvatore Striano

Take Five, lo "spaghetti gangster" di Guido Lombardi

In origine, doveva essere una coproduzione con la Francia e per uno dei ruoli protagonisti si era fatto il nome di Gérard Depardieu. Alla fine, la produzione è rimasta tutta in Italia e il cast interamente partenopeo ne ha fatto un vero prodotto DOC campano. Difficile immaginare interpreti più azzeccati per Take Five [+leggi anche:
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, opera seconda di Guido Lombardi (Là-bas - Educazione criminale [+leggi anche:
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, vincitore della Settimana della Critica e Leone del futuro a Venezia 2011 - leggi la recensione) applaudita all'8° Festival internazionale del film di Roma, in concorso. Peppe Lanzetta, Salvatore Striano, Salvatore Ruocco, Carmine Paternoster e Gaetano di Vaio danno vita e colore a un'improvvisata banda di rapinatori in una pellicola lontana dallo stile realistico/documentaristico con cui di solito si racconta la camorra al cinema (vedi Gomorra [+leggi anche:
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o Gorbaciof [+leggi anche:
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), e che mischia con disinvoltura il gangster movie con la commedia nera, Le iene tarantiniane con Nodo alla gola di Hitchcock, I soliti ignoti con The Big Kahuna.

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"Spaghetti gangster", lo definisce il regista, autore anche della sceneggiatura. Carmine (Paternoster, visto in Gomorra e L'intervallo [+leggi anche:
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) è un idraulico col vizio del gioco e indebitato con la mala, che nel riparare una perdita fognaria all'interno di una banca, si fa venire l'idea di una rapina milionaria. Ne parla con Gaetano (Di Vaio, anche produttore del film), ricettatore con diversi anni di galera alle spalle, che a sua volta coinvolge il giovane nipote Ruocco, ex pugile squalificato a vita (proprio come Ruocco, l'attore che lo interpreta), Sasà (Striano, il Bruto di Cesare deve morire), fotografo di matrimoni ed ex scassinatore, e 'O Sciomèn (ovvero showman), gangster leggendario e depresso, interpretato da Lanzetta. Da subito, i cinque mostrano di avere ben poco in comune, a parte l'obiettivo di arricchirsi. La diffidenza iniziale si trasforma in vera e propria sfiducia quando, a rapina compiuta, Gaetano scompare col bottino milionario. I quattro banditi rimasti attendono nella loro tana il ritorno del complice, ma il tempo che passa mette a dura prova i loro nervi e la loro alleanza.

Degli attori, tre su cinque hanno realmente un passato criminale. Questo dà alle loro vicende sullo schermo un valore aggiunto di autenticità, un punto di vista interno che ha arricchito anche la sceneggiatura. I personaggi sono ben tratteggiati, ci sono location suggestive (il vecchio acquedotto che giace sotto la città di Napoli) e non mancano momenti di pura comicità, come quando sotto la doccia i cinque fanno la conta dei rispettivi anni scontati in carcere. L'azione e il tono rocambolesco della prima parte lascia il passo, nella seconda, all'attesa, la suspense e la sfida psicologica, in un "a porte chiuse" che sfuma progressivamente in un gioco al massacro, il tutto con una veste musicale raffinata, in cui domina il jazz (Take Five è il titolo di un noto brano di Dave Brubeck). La napoletanità dei personaggi viene fuori in tutta la sua vitalità, la sotterranea vena di follia e la malinconica tendenza all'autodistruzione. Per quanto bravo sia, con Depardieu non sarebbe stato lo stesso.

Prodotto da Figli del Bronx, Minerva Pictures ed Eskimo (la stessa squadra dietro Là-bas) con RaiCinema e il sostegno del MiBAC, il film è ancora in trattative per la distribuzione nelle sale. Un premio a Roma (per noi meritato) potrebbe essere d'aiuto.

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