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KARLOVY VARY 2013

Miracle: una prova potente per Michaela Bendulová

di 

- Nel suo secondo film, Lehotský parte dalle premesse del suo inventivo e commovente docu-dramma Blind Loves e vira verso il territorio della fiction

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dello slovacco Juraj Lehotský è stato proposto in prima mondiale nella sezione East of the West del Karlovy Vary International Film Festival. Nel suo secondo film, Lehotský parte dalle premesse del suo inventivo e commovente docu-dramma Blind Loves [+leggi anche:
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e vira verso il territorio della fiction. Il film beneficia della ipnotica performance della non-professionista Michaela Bendulová nel ruolo della protagonista.

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All’inizio del film, l’adolescente Ela (Bendulová) viene accompagnata dalla madre e dal compagno di lei in una struttura correzionale per minorenni. Nessuna spiegazione viene data, ma vedendo e sentendo le altre ragazze (tutte interpretate da vere giovani delinquenti) non c’è bisogno di spiegazioni precise: è chiaro che hanno fatto tutte cose che molti adulti non farebbero — prostituzione, droga, furti.

Ela vede un medico dopo aver avuto delle nausee, e scopre di essere incinta di 13 settimane di Roby (Robert Roth), guardia di sicurezza in un supermercato che non risponde neanche alle sue chiamate. La ragazza decide così di scappare con altre due compagne durante la festa della notte di Capodanno. Roby, tossicodipendente, deve molti soldi ad un pusher che minaccia di ucciderlo, e per aiutarlo Ela gli chiede di venderla ad un protettore, dal quale scapperà facilmente.

Il film è cupo nel tono e nelle tematiche, e la scena della festa di Capodanno è surreale, con ragazze tristi sedute senza scopo e senza voglia di festeggiare, col sottofondo di un pianoforte. Anche l’immagine è quasi sempre molto scura (grazie all’eccellente lavoro del direttore della fotografia Noro Hudec), e ogni stanza nella quale Ela entra manca di luce, ad eccezione dell’ospedale nel quale si prende cura di un anziano immobile durante la sua “terapia di lavoro”, l’unico momento in cui sembra davvero felice. Il frequente utilizzo di jump cut da parte del montatore Marek Šulík accentua la sensazione documentaria del film.

Miracle è un film ben fatto con emozioni potenti che suonano autentiche, ed il plauso va a Bendulová, trovata dalla produzione in uno dei centri rieducativi della Slovacchia. Un vero talento, con un carisma difficile da trovare: speriamo che abbia la possibilità di continuare a lavorare come attrice.

Miracle è co-prodotto dalla slovacca Artileria, la ceca Negativ e Czech Television. I diritti internazionali sono ancora disponibili. 

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(Tradotto dall'inglese)

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