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VENEZIA 2012 Giornate degli Autori

Una vedova, due islandesi e una foca in Queen of Montreuil di Anspach

di 

- Pianti e risate si alternano nel nuovo film della regista islandese, racconto delicato e surreale sull'elaborazione del lutto e la possibilità di rinascere insieme agli altri

Si dice che quando una donna supera la morte del marito, diventi una regina. La protagonista di Queen of Montreuil [+leggi anche:
trailer
intervista: Solveig Anspach
scheda film
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, Agathe, ci prova a elaborare il suo lutto. Del marito non le rimane che un'urna di ceneri in mano. Vorrebbe starsene tranquilla a piangere e invece, in mezzo al carosello umano che le si forma intorno, non avrà più un momento di pace.

Presentato alle Giornate degli Autori di Venezia, il nuovo film della regista islandese Solveig Anspach, è un racconto delicato sul dolore, la perdita, ma anche sulla capacità di rinascita, sulla solidarietà, sulle famiglie che nascono non dai vincoli di sangue ma da una comunione di destini. Una commedia talvolta spiazzante, in cui risate e pianti si alternano, e i momenti di maggior spaesamento lasciano il passo a situazioni grottesche che sembrano relativizzare tutto, anche la sofferenza.

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Appena tornata a Montreuil con le ceneri del marito, Agathe, che ha il volto sperduto della brava Florence Loiret Caille, si ritrova fuori casa una madre e figlio islandesi che le chiedono ospitalità. Un duo a dir poco originale, due perfetti fricchettoni (la donna è interpretata da Didda Jonsdottir, al suo terzo film con la regista; il ragazzo è il vero figlio della Jonsdottir) provenienti dalla Giamaica e diretti verso il loro paese, se non fosse che la compagnia aerea che li doveva riportare in Islanda è fallita improvvisamente. "Volevo che il punto di vista fosse di due persone esterne, che con il loro bagaglio di storie e leggende riuscisse a dare un aiuto alla protagonista". L'incontro tra questi due mondi e culture, Francia e Islanda, è lo spunto per alcuni passaggi squisitamente surreali. Surrealtà che tocca il suo picco quando di questo consesso sgangherato entra a far parte anche una foca.

"Dirigere una foca non è stato facile", racconta Anspach, "c'era molta tensione sul set. La foca, nei cartoni animati, è ritratta come un animale dolce e gentile, nella realtà fa paura: pesa 100 chili, è alta quanto noi. Ringrazio Florence per il coraggio". Loiret Caille, dal canto suo, è grata alla regista per averla fatta entrare nel suo mondo: "Un universo rovesciato, in cui si piange per amore e si ride della morte". E in Queen of Montreuil si ride, perchè le prove della vita sono molte, tanto vale affrontarle con umorismo.

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