BERLINALE 2012 Mercato / Austria
La varietà è la cosa più importante per il cinema austriaco, e Haneke c'è sempre
Con cinque pellicole selezionate nel programma ufficiale – tre al Panorama, tra cui quella d'apertura, e due al Forum –, è una buona annata, questa, per l'Austria alla Berlinale: “E questi cinque titoli rispecchiano perfettamente il cinema austriaco attuale", dice Martin Schweighofer (foto), direttore generale dell'Austrian Film Commission, aggiungendo che “tre titoli sono opere prime ed è sempre un buon segnale quando nuovi registi vengono selezionati nel programma, perché illustrano le dinamiche che caratterizzano la scena attuale".
La sezione Panorama è stata inaugurata da Unut Dag con il suo film Kuma [+leggi anche:
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intervista: Umut Dağ
scheda film], con protagonista una famiglia di immigrati turchi (Fatma, suo marito e i loro sei figli) che vivono a Vienna, dove cercano di preservare le loro tradizioni e il loro prestigio sociale. Al Panorama Special è stato proiettato invece The Wall [+leggi anche:
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scheda film] di Julian Roman Pölsler, su una donna che si risveglia su una funivia e scopre di essere circondata da un muro invisibile oltre il quale non c'è vita.
La rappresentanza austriaca al Panorama è completata da Faith Love Death di Peter Kern, mentre Spain [+leggi anche:
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scheda film] di Anja Salomonowitz e What Is Love? di Ruth Mader sono proiettati al Forum.
“La forza del cinema austriaco è la sua varietà. Kuma, ad esempio, è una storia di immigrazione, mentre The Wall è un dramma psicologico con molti monologhi interiori. Le 25 pellicole prodotte ogni anno vanno dal mainstream al cinema d'autore puro, passando per documentari e film di genere: sempre imprevedibile. Non è come dire "abbiamo il nuovo di Michael Haneke e cinque film uguali ad Haneke”, sottolinea Schweighofer.
Haneke, d'altronde, è in piena attività con Amour, interpretato da Isabelle Huppert e Jean-Louis Trintignant, che con tutta probabilità sarà presente alla prossima edizione di Cannes. Proprio sulla Croisette, il suo La pianista (2001) vinse tre premi e fece in modo che il festival introducesse la regola secondo cui il numero massimo di premi per uno stesso film fosse due: esattamente il numero di riconoscimenti che si aggiudicò poi, nel 2009, con Il nastro bianco [+leggi anche:
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intervista: Michael Haneke
scheda film], compresa la Palma d'Oro.
(Tradotto dall'inglese)
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