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INDUSTRIA Italia

Il digitale è un'opportunità per il cambiamento. L'esempio di Microcinema

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“Tante sale cinematografiche in salute fanno il successo dei film”. Ad affermarlo è Roberto Bassano, a.d. di Microcinema, l'esempio più brillante di network cinematografico digitale italiano. Attivo dal 2007, Microcinema oggi unisce per gli eventi live oltre 450 sale, di cui 200 collegate in rete tra loro. Come accadrà il prossimo 28 settembre con la diretta del Faust di Charles Gounod dalla Rolyal Opera House di Londra.

In occasione di un tavolo di confronto tra istituzioni, produttori, distributori ed esercenti sul futuro tecnologico del cinema italiano tenutosi durante la Mostra del Cinema di Venezia, Roberto Bassano ha fotografato lo stato dell'arte dell'esercizio di prossimità: le piccole sale sono le più numerose e radicate sul territorio, eppure permangono ostacoli al loro sviluppo. In primo luogo la difficoltà d’accesso al tax credit, poiché i parametri in vigore di fatto rendono inefficace il credito d’imposta previsto. In secondo luogo, per questi esercizi, principalmente monoschermo, è fondamentale un approccio diverso da parte della distribuzione: consentendo una maggiore elasticità, peraltro in linea con il trend di programmazione delle sale europee, questi esercizi potrebbero collocare al meglio ciascun prodotto nel proprio palinsesto.

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Per Nicola Borrelli, direttore generale Cinema del MiBAC, l’elevato investimento iniziale per la conversione al digitale comporta un elevato grado di rischio per gli esercenti. Si richiede dunque un impegno da parte delle istituzioni che rassicuri l’esercizio sull’effettiva possibilità d’acceso ai contributi: quanto fatto sinora ha funzionato bene per le imprese medio grandi ma non altrettanto per le piccole. E' importante rendere più stretta la collaborazione con le Regioni e coinvolgere le finanziarie in qualità di broker. Ciò che è fondamentale è mettere insieme tutte le poche risorse disponibili: anche i fondi strutturali europei, destinati alla digitalizzazione dei cinema, possono senz’altro aiutare un intervento a sostegno delle realtà più deboli e difficili.

Paolo Protti, per AGIS e ANEC, riconosce i costi di gestione dei sistemi di proiezione digitale e le criticità tecniche che permangono, soprattutto in relazione alla compatibilità degli standard, ma questo non esclude la necessità del cambiamento e le grandi opportunità che esso comporta per il territorio e per la diffusione dei prodotti, a patto che la distribuzione non ostacoli la multiprogrammazione, ma sappia invece coglierne le opportunità con una politica commerciale che tenga conto del nuovo scenario che il digitale disegna. In conclusione, un accenno al rallentamento nel ritmo di conversione delle sale quale segnale di emergenza che rende ancor più vitale la tempestività dell’intervento istituzionale, per non arrivare impreparati allo switch off della distribuzione in pellicola.

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