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CANNES 2010 SIC / Francia

Belle Epine: il lutto impossibile

di 

La ventinovenne sceneggiatrice francese Rebecca Zlotowski ha presentato questa mattina il suo primo lungometraggio da regista: Belle Epine [+leggi anche:
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, pretendente alla Caméra d'Or e concorrente nella sezione Settimana Internazionale della Critica.

Belle Epine è un classico film d'autore, tipico del cinema francese: una storia intimista che mette la cinepresa al servizio delle emozioni dei suoi personaggi. E queste emozioni sono numerose e complesse, anche se l'autrice ha scelto di tralasciare l'aspetto più prevedibile in un film di adolescenti: il conflitto generazionale.

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Praticamente senza adulti intorno a lei (la madre è morta da alcune settimane e il padre è in viaggio d'affari), Prudence comincia a frequentare il sottobosco delle corse illegali di moto a Rungis. Le emozioni che questo ambiente le procura sono come una specie di compensazione al vuoto che sente per la sua apparente incapacità di provare dolore per la morte della madre.

Con le corse illegali arrivano anche nuovi amici, esperienze e paure. Rebecca Zlotowski avrebbe potuto scegliere il genere melodrammatico per girare questa storia, invece la sua sceneggiatura preferisce valorizzare la finezza e la misura. Con questo ruolo, Léa Seydoux (La Belle Personne [+leggi anche:
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), l'imprudente Prudence, realizza la migliore performance della sua benché breve carriera: al contempo fragile e forte, burbera e indifesa nel suo caos interiore.

Incluso nel catalogo di vendite di Pyramide Internacional, Belle Epine è prodotto da Frédérique Jouve per Les Films Velvet e da Frédérix Niedermayer per Moby Dick Films, con il sostegno di Canal +, CinéCinema e il Centre National de Cinématographie.

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(Tradotto dall'inglese)

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