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CANNES 2009 Competizione / Francia

A l’origine: Cluzet e le conseguenze della menzogna

di 

"Una strada è sempre l'inizio di una storia e spero che questa seconda possibilità sia quella buona": questo piccolo discorso pronunciato da uno dei protagonisti di A l’origine [+leggi anche:
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di Xavier Giannoli, presentato in competizione oggi al Festival di Cannes, fa luce sulla trama sviluppata dal regista: il tentativo disperato di riscatto da parte di un uomo piegato dalla prigione e quello dell'economia di una piccola città impoverita. Un dramma umano e sociale che offre a François Cluzet, César nel 2007 per Ne le dis à personne [+leggi anche:
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, un altro difficile ruolo all'altezza del suo grande talento.

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Nord della Francia, una terra colpita in pieno dalla delocalizzazione e dalla disoccupazione, poche speranze per il futuro sia collettivo che individuale. Paul, un povero diavolo (ruba televisori, svuota le macchine a gettoni), rovescerà pertanto questa situazione. Quest'anima in pena appena uscita di prigione, respinto dalla moglie e dalla sue vecchie conoscenze, erra solitario da una albergo all'altro, fino a quando il cantiere di un'autostrada, abbandonato due anni prima, non lo porterà nella spirale di una menzogna enorme.

Trascinato quasi suo malgrado nel falso ruolo di capocantiere dai rifornitori locali che non vedono l'ora di rilanciare l'attività, Paul finirà per appassionarsi a questo progetto che ridà un senso alla sua vita, ai suoi sentimenti amorosi e amichevoli, e alla sua appartenenza a una comunità. Ma il cerchio si stringerà quando il cantiere assumerà proporzioni gigantesche e la nuova vita sociale di Paul diventerà una grossa messinscena, che lo attrae e respinge allo stesso tempo.

Giannoli riesce solo parzialmente nel suo intento di fare tre film in uno (truffa, redenzione di un uomo e analisi sociale). Questa sua grande ambizione lo obbliga infatti a semplificare la psicologia dei personaggi secondari (interpretati da Emmanuelle Devos, Stéphanie Sokolinski, Vincent Rottiers e Gérard Depardieu). Ma il regista riesce a dipingere con giustezza i protagonisti della vita locale (imprenditori, politici, finanziatori), in queste zone depresse dove basta un'unica scintilla a far rinascere la speranza.

Visivamente molto classico, A l’origine s’immerge con efficacia anche nel quotidiano di un grande cantiere, dove il lavoro degli operai e delle macchine si riassume spesso in una lotta comune contro gli elementi (pioggia, fango…). Una lotta che è anche quella interiore del personaggio interpretato dall'eccezionale François Cluzet, la cui esitazione (scappare o assumere, sprofondare o amare, ingannare o aiutare) si cristallizza in una menzogna che pertanto lo farà sentire di nuovo un uomo, oltre le apparenze.

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(Tradotto dal francese)

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