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Arta Dobroshi • Attrice

La nuova scoperta dei Dardenne

di 

- Cinergie ha incontrato l'ultima scoperta dei fratelli Dardenne, un'attrice di 28 anni, originaria del Kosovo, ma che si considera prima di tutto una cittadina del mondo

Arta Dobroshi, 28 anni, originaria di Pristina (la nuova capitale del Kosovo), ma che si considera piuttosto una cittadina del mondo, è la nuova scoperta dei fratelli Dardenne in Il matrimonio di Lorna [+leggi anche:
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. E che scoperta! Un vero torrente di fascino e di spontaneità che Cinergie ha incontrato per voi.

Cinergie: Per cominciare, è d'obbligo chiederle come è avvenuto l'incontro con i fratelli Dardenne.
Arta Dobroshi: Avevano visto i due film che avevo girato in Albania. Un agente a Parigi mi ha chiesto di presentarmi al casting. Recitavo in quel momento in teatro a Sarajevo e sono andata a Pristina per un primo provino. Un assistente mi ha filmato per qualche minuto, giusto il tempo di dire il mio nome e le uniche parole che conoscevo in francese: i giorni della settimana! Più tardi, i fratelli sono venuti di persona a Sarajevo. Mi hanno filmato tutta la giornata, mentre svolgevo diverse attività più o meno connesse al film. Mi hanno chiesto allora di venire a Liegi per incontrare Jérémie (Rénier) e Fabrizio (Rongione), e dopo due giorni di lavoro mi hanno detto: “Complimenti, sei Lorna!”. Dopo un corso accelerato di francese a Berlitz di due settimane, e un mese e mezzo di prove, ho cominciato a cavarmela. La cosa più importante per me era sentire la lingua, farla mia, mi sono ritrovata in full immersion, mi sono sforzata di ascoltare anche le canzoni in francese e, alla fine, dovevo parlarlo per forza!

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Il suo personaggio vive lo stesso percorso. In cosa differisce da Lorna?
Ho vissuto allo stesso modo, sola, e negli stessi quartieri di Lorna nei cinque mesi di riprese. Non volevo andare nei locali e fare cose che Lorna non avrebbe fatto, non volevo che questo potesse trasparire. Ogni attrice ha il suo metodo, io amo essere quanto più vicina al mio personaggio. Scrivo la sua biografia e il suo diario. Il film è stato girato in ordine cronologico, dunque era proprio come se vivessi la sua vita.

Come ha gestito, allora, l'evoluzione del personaggio verso una sorta di follia?
Entro nel personaggio con tutto il mio corpo, e non mi faccio domande. Jean-Pierre e Luc incoraggiano questa visione delle cose. Non ho dovuto intellettualizzare la mia recitazione, tutto era talmente concreto e diretto che veniva fuori naturalmente.

La sua giovane carriera è diventata improvvisamente internazionale. Ha voglia di continuare a viaggiare per lavoro?
Sì, decisamente. Il mondo è piccolo, e io sono il mio cuore e la mia passione, poco importano le frontiere. Spero di poter lavorare in tutto il mondo, sia al cinema che in teatro: un equilibrio importante per me.

Quante lingue è pronta ad imparare per riuscirci?
(Ride) Al momento, ne conosco quattro, ma il mio bisnonno ne sapeva nove, ho ancora del lavoro da fare!

Per il video dell'intervista, clicca qui

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