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Marc-Antoine Robert • Produttore

Il rispetto dell’integrità artistica

di 

- Già direttore finanziario a France 3 Cinéma, Marc-Antoine Robert ha condotto a buon fine la produzione di Persepolis per la giovane società 247 Films fondata col suo socio Xavier Rigault

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Marc-Antoine Robert: Marjane ed io eravamo amici, e lavoravo da cinque anni a France 3 Cinéma nella co-produzione cinematografica, Ho incontrato il mio socio Xavier Rigault, che invece lavorava nell’esercenza (si occupa delle sale per Pathé e Gaumont). Volevamo trovare un bel progetto da mettere in produzione, e Marjane aveva cominciato a ricevere buone proposte dagli Stati Uniti per l’acquisizione dei diritti del suo fumetto. Siamo arrivati insieme alla conclusione che montare in Francia il progetto tra amici e gente di fiducia, sarebbe stato la garanzia migliore del rispetto dell’integrità artistica dell’opera.

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Come avete messo insieme i 6 milioni di euro di budget?
Marjane e Vincent hanno scritto abbastanza rapidamente la sceneggiatura e quando ce l’hanno consegnata, siamo rimasti sconvolti. Abbiamo quindi creato 247 Films e iniziato a cercare i fondi. Non abbiamo seguito la consuetudine dei film d’animazione di realizzare una demo da far girare nei festival e negli altri forum di animazione. Abbiamo scritto una sceneggiatura che è, francamente, molto al di sopra della media e su questa base, grazie alla notorietà del fumetto e di Marjane, abbiamo iniziato a cercare finanziamenti. All’inizio, la Fondation Gan per il cinema si è impegnata, e questo ci ha permesso di non ricorrere al credito bancario, che si usa abituamente per finalizzare lo sviluppo. Successivamente, abbiamo raggiunto una vittoria multipla con un accordo di massima con Celluloid Dreams (oggi Dreamachine) per le vendite internazionali, Diaphana per le sale e il video in Francia, l’anticipo degli incassi del CNC, France 3 Cinéma in co-produzione e pre-acquisizione, e la regione Ile-de-France. Avevamo inoltre un contratto particolare con il nostro rivenditore internazionale che ci lasciava la possibilità di occuparci da soli dei paesi americani. Presto, Kathleen Kennedy (produttrice di Steven Spielberg) ha mostrato il suo interesse per il progetto, e in maniera del tutto disinteressata ci ha proposto di aiutarci a gonfiare il nostro budget. E, per conto nostro, è andata a cercarlo agli studi americani di Sony Pictures Classics.

Come avete gestito la realizzazione del film?
Abbiamo avuto degli aiuti a rilocalizzare in Francia le riprese con il sostegno dell’Ile-de-France ed il credito d’imposta che è incoraggiante. A Parigi abbiamo occupato uno spazio di 800mq che a fine film abbiamo restituito, e ci siamo associati per la produzione esecutiva dell’animazione a due studios: Je suis bien content e Pumpkin 3D. Poiché non c’è grande produzione di lungometraggi animati in Francia, da soli non sarebbero riusciti ad affrontare il progetto e hanno unito le loro forze, e questo ci ha permesso di avere un’ottima qualità del personale specializzato ed una produzione esecutiva gestita giorno per giorno da Marc Jousset. Ed è stato fondamentale che Marjane e Vincent fossero al centro della macchina perché eravamo sempre nella ricerca e in permanente dialogo con le troupe. Sulla carta, la delocalizzazione in animazione sembra economia di costo, ma spesso le cose poi si devono rifare daccapo, e alla fine i film vengono consegnati regolarmente in ritardo per un prezzo praticamente identico. Bisogna precisare inoltre che Marjane e Vincent non hanno niente a che vedere con le guerre partigiane di 2D e 3D. Abbiamo fatto delle prove in 3D, ma non erano convincenti, non s’integravano con lo stile dell’opera. Abbiamo optato quindi sin dall’inizio per l’animazione tradizionale per ragioni artistiche.

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