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Jeremy Thomas • Produttore

"Stiamo entrando nell’età dell’oro del cinema indipendente"

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Il produttore britannico Jeremy Thomas, riceverà il prossimo 2 dicembre a Varsavia di il premio “Contributo Europeo al Cinema Mondiale 2006” durante la cerimonia degli Euopean Film Awards. Questo ribelle del cinema ha accolto Cineuropa nell’ufficio londinese della sua società, la Recorded Pictures Company, per raccontarci i suoi 40 anni nell’industria del cinema, 30 dei quali spesi producendo film memorabili come L’ultimo imperatore, Furyo or Crash.

Cineuropa: Se ripercorre tutta la tua carriera, quale pensa sia il suo più grande successo?
Jeremy Thomas: Dagli anni Settanta ad oggi sono stato impegnato in 45 film, che sono molti considerando la definizione odierna di cinema indipendente. Il mio più grande successo è continuare a fare film in questo modo, a divertirmi facendoli in tutto il mondo, da dove vengono le storie, perché sono le storie che stabiliscono dove il film va fatto. Ho forse lavorato in sei film che sono stati dei veri eventi in termini di successo, come Furyo o L’ultimo imperatore, ma allo stesso tempo sono stati anche un’avventura in paesi stranieri condivisa con amici. Un’avventura reale, fisica, perché nell’era pre-digitale, dovevi lavorare lontano di casa e cambiare completamente la tua vita. Prenda ad esempio la scena de L’ultimo imperatore, con tutte le persone inchinate nel cortile. A quei tempi bisognava realizzare ogni costume, le persone dovevano essere rasate, tutto doveva essere diretto e pensato, mentre oggi basta prendere venti di quelle persone e moltiplicarle in digitale. È un’esperienza totalmente differente.

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È più facile produrre adesso?
Tutta la parte manuale del lavoro rimane, recitazione, storie, cinematografia, design, costume ecc-. Ciò che è buono è buono, in qualunque era. Ma quello che è cambiato è la tecnologia. Penso che stiamo entrando in un’età dell’oro per i registi indipendenti. La tecnologia digitale sta rivoluzionando il modo con cui i nostri film raggiungono il pubblico e spero ci aiuti ad operare più efficientemente.

Cosa significa…?
Se fai cinema, utilizzando il modello europeo di cinema indipendente, devi portarlo nelle sale, poi all’attenzione di tutti gli altri media e devi ricompensare chi ti ha aiutato. Se puoi tagliare alcune di queste fasi, puoi avere un accesso più diretto al mercato. Inoltre, per i film più piccoli, i costi unitari di produzione stanno scendendo. Ecco perché parlo di età dell’oro…Intendo nel medio periodo, ma sta cominciando ora. Le persone leggono le notizie sul proprio Ipod. Possono scaricare film o altro e poi guardarlo a casa. È più semplice che entrare in un negozio di DVD. Non puoi negare l’innegabile. BR>
L’Europa è importante per finanziare I tuoi film?
In passato in Europa avevo dei partner di distribuzione regolari che si prendevano cura di ogni mio film. Ma ora non più. L’alchimia del mettere insieme i soldi per un film è molto delicata. Scruti il panorama alla ricerca di cose utili (accordi di coproduzione, incentivi fiscali, ecc), dall’Australia ai Caraibi. Nel Regno Unito la situazione fiscale ti costringe in un vicolo cieco. Questo è un peccato perché vorremmo interagire meglio con l’Europa. Ma nel Regno Unito l’industria del cinema ha sempre avuto degli alti e bassi.

Cos’è l’arte di produrre?
Trovare la strada giusta tra la nebbia per quello che si vuole fare e poi trovare cose che interessano la gente. Questa è l’arte di produrre. Poi serve l’idea che fa per te e devi sceglierti i collaboratori giusti. Finanziare un film significa che devi fare qualcosa che ti piace veramente ed essere pronto a sopportare tanti rifiuti. Personalmente preferisco avere successo, ma non sono guidato dalle esigenze di mercato. Voglio fare cose che mi piacciono e spero di riuscire allo stesso tempo ad essere in sintonia col mercato.

Qual è la percentuale di registi esordienti ed affermati con cui stai lavorando?
30 a 70. Sto lavorando con tre nuovi registi britannici: Gerald McMorrow, Dawn Shadforth e Rupert Sanders, ma anche con Philip Noyce che dirigerà Dirt Music basato sul libro di Tim Winton. Poi Bernardo Bertolucci che sta finendo una nuova sceneggiatura. Infine David Cronenberg, solo per citarne alcuni.

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