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Andreas Gruber • Regista

"Diventare uno straniero"

di 

- Cineuropa ha incontrato il regista austriaco a Parigi durante la settimana del cinema austriaco

Andreas Gruber è nato nel 1954 a Wels (Austria). Dopo aver frequentato l'Academy of Music and Performing Arts di Vienna, dal 1974 al 1982, dove ha studiato sceneggiatura e regia, ha iniziato a lavorare come free lance nella televisione. Dal 1988, inoltre, in qualità di membro della commissione cultura della città di Wels, è stato direttore del locale festival del cinema, KINOVA. Ha anche scritto e diretto The Rabbit Hunt (o.t. Hasenjagd – Vor lauter Feigheit gibt es kein Erbarmen, 1994), The Injured Smile (o.t. Das verletzte Lächeln), e Debt of Love (o.t. Schuld der Liebe).

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Cineuropa: Parlaci della nascita di questo progetto. Come ti è venuta l’idea di capovolgere la situazione e mettere l’"uomo bianco" in difficoltà?
A.G.: Mi è capitato di leggere su un giornale una notizia che riportava la storia di alcuni poliziotti austriaci finiti nei guai ad Accra. Subito mi è venuta l’idea di mettere in scena questo ‘ribaltamento’ dei ruoli. Ho condotto delle ricerche su questo fatto di cronaca ed ho scoperto che non era poi così difficile mettere un poliziotto austriaco in una situazione del genere. Ho capito come sia facile diventare uno straniero.

Ti piace la commedia oppure è stata solo il mezzo che ritenevi più congeniale per esprimere il tuo punto di vista?
Quello di cui ero certo era che non volevo fare una tragedia o un dramma sociale. Mentre facevo ricerche sull’argomento, ho letto di storie di deportazione veramente strazianti ma, d’altro canto, ho scoperto anche alcuni episodi dal fortissimo potenziale comico. Storie reali, veramente accadute e, allo stesso tempo, completamente assurde. Direi che è stato l’argomento stesso a condurmi alla scelta della commedia.

Qual è la fase che ami di più nella realizzazione di un film?
Mi piace moltissimo la fase di preparazione: fare i sopralluoghi per le location, affrontare i problemi e trovare le soluzioni insieme ai capi reparto, improvvisare con gli attori durante le prove, etc. E’ una fase molto creativa, da vivere senza l’ansia da ritardo tipica del momento delle riprese.

I dialoghi sono spiritosi ed è una commedia d’azione. Ti sei divertito mentre giravi questo film?
Le riprese in genere sono abbastanza stressanti, ma devo dire che ci siamo divertiti molto. La scene girate ad Accra, con tutte quelle comparse, sono state bellissime, perché la gente del posto si è appassionata alla storia. Gli è piaciuto vedere degli uomini bianchi prendere in giro altri uomini bianchi in un film.

E’ stato facile trovare i finanziamenti per il tuo progetto?
Non direi. Anzi, è stato piuttosto complicato, perché avevamo bisogno di un partner europeo – la sola Austria non poteva coprire tutti i costi.
All’inizio, abbiamo pensato di collaborare con un co-produttore inglese, ma non ha funzionato. Infine, abbiamo trovato un partner tedesco (Colonia Media).

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è uscito nelle sale austriache lo scorso marzo. Stai lavorando su qualche altro progetto?

Ho scritto una sceneggiatura sulla storia d’amore tra Hannah Arendt e Martin Heidegger. E’ un progetto molto interessante ma non facile da finanziare.

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