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LOCARNO 2022 Concorso

Carlos Conceição • Regista di Tommy Guns

"Si tratta di abbattere muri e idee vecchie"

di 

- Il regista portoghese di origine angolana non ha ancora archiviato il passato

Carlos Conceição • Regista di Tommy Guns

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  non è l’ennesimo dramma storico: Carlos Conceição è partito dal conflitto degli anni '70 tra Portogallo e Angola ma non si è limitato a quello, dimostrando che i vecchi problemi possono essere i nuovi se non stiamo attenti. Abbiamo parlato con il regista a Locarno, dove il film è stato appena presentato in concorso.

Cineuropa: Ci sono molte sorprese nel tuo film, ma una è particolarmente azzeccata: ci sono persone in giro che provano nostalgia per la guerra.
Carlos Conceição: Questo è vero in tante culture, ed è semplicemente spaventoso. Continuiamo a ripeterci che queste voci se ne sono andate per un po', ma non è vero. Erano sempre qui. In Portogallo, la guerra contro l'indipendenza delle colonie sembra molto recente. È come un fantasma che è ancora lì, un convitato di pietra. Ma è facile passare dall'essere un tabù, un qualcosa che la gente nega, ad un omicidio. L'attore Bruno Candé è stato ucciso per strada da un vecchio bianco che voleva che “tornasse al suo paese” [l'assassino aveva prestato servizio militare durante la guerra in Angola]. Non ti aspetti mai che queste persone agiscano in base alle loro parole semplicemente retrograde, ma certe volte aspettano solo il momento giusto.

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Ci sono conflitti e conflitti: quelli con cui le persone hanno apparentemente fatto pace e quelli che ancora assillano qualcuno. Il colonialismo ricade nella seconda categoria, immagino?
Vengo dalla prima generazione che può finalmente affrontarlo e guardarlo da una certa prospettiva. Invece di fare un film storico su eventi realmente accaduti, volevo creare un'allegoria. Questa situazione potrebbe rispecchiare le esperienze delle persone che hanno combattuto nella guerra del Vietnam o in Afghanistan, che sono andate in Siria, Iraq o che si trovano in Ucraina, ovviamente. Come dice un colonnello a un certo punto del film, ci sono molte guerre e sono tutte uguali. Hanno tutte la stessa origine, vengono dall'odio e dalla resistenza all'evoluzione, dalla sete di conquista e di potere su qualcosa e qualcuno. Continua a succedere, ancora e ancora, e dovremmo avere una risposta a questo punto.

È interessante che tu citi il Vietnam perché quando mostri soldati lasciati soli in una foresta, impazziti per la noia, vengono alla mente molti riferimenti cinematografici.
Quando ero bambino c'era una guerra civile in Angola, tanti altri conflitti ovunque, e ho questo ricordo di persone che cercavano solo di andare avanti con le loro vite. Non conosco una sola persona che andrebbe volentieri nella direzione del conflitto, a meno che non esegua degli ordini. Le persone hanno questa tendenza a sedersi e aspettare, ed è quello che è successo ai soldati portoghesi. Tante di queste persone non sono mai state in Portogallo, sono nate nelle colonie. È come se combattessero contro l'indipendenza del proprio Paese!

Riguardo alle interazioni con le donne nel tuo film, c’è un incontro particolarmente scioccante. Come mai?
Ho pensato a questa idea della madrepatria e l'ho sempre vista come una dea dalla forma femminile. Nella cultura portoghese, ma non solo, c'è questa presenza delle donne come figure matriarcali. Stavo cercando diverse rappresentazioni di questo nel film.

Questa violenza nei confronti delle donne, a volte dei bambini, è  prevalente durante la guerra. E non è mai svanito. In Africa qualcuno viene violentato ogni tre secondi, secondo uno studio che ho letto. Non c’è niente di peggio e non è mai oggetto di discussione in occidente. Parliamo di una nuova guerra, delle politiche statunitensi, e questo va avanti da decenni. Le tre donne nel film sono tre archetipi. C'è la religiosa che per me rappresenta il colonialismo, una voce europea in un paese africano che dice che il suo Dio è la verità. Poi c'è la ragazza ben intenzionata che non si aspetta il male e rappresenta questo territorio di cui si è approfittato. Per me, questa è la svolta più violenta del film, basato su una storia che ho sentito. Il terzo è come un personaggio di una tragedia greca. Ha il corpo di una peccatrice, come direbbero i cristiani, ma è la forza etica che porta la rivelazione della verità. Si tratta di abbattere muri e vecchie idee, cosa che dovremmo fare ogni giorno.

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(Tradotto dall'inglese)

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