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CANNES 2022 Proiezioni speciali

Marie Perennès e Simon Depardon • Registi di Riposte féministe

“Nel nostro film le streghe non esistono”

di 

- CANNES 2022: Abbiamo parlato con i registi del documentario, che segue le orme di un collettivo femminista che combatte la battaglia delle parole in tutta la Francia

Marie Perennès e Simon Depardon  • Registi di Riposte féministe

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, la coppia di registi francesi Marie Perennès e Simon Depardon accompagna i collettivi di collage femministi a combattere la battaglia delle parole in tutta la Francia. Anche al Festival di Cannes, dove sul tappeto rosso hanno ricordato le donne uccise prima della proiezione di Holy Spider [+leggi anche:
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Cineuropa: Quando decidi di filmare persone così impegnate in una causa specifica, si aspettano che ti unisca a loro?
Simon Depardon:
Ci sono voluti due anni per avvicinarle. Marie ha fatto un ottimo lavoro per stabilire questa fiducia. Qui al festival, era la prima volta che vedevano il film. Eravamo molto stressati, perché è complicato realizzare un documentario come questo e poi mostrarlo alle persone che ne fanno parte. Era importante non interrompere, non montare troppo. Lasciarle parlare in ognuna di queste città. Non volevamo certo cambiare il loro modo di pensare o di sentire. Si trattava di mantenere intatto lo spirito di questo movimento. Non volevamo farle sedere davanti alla telecamera e far loro delle domande.

Certo, ma così vi rendete le cose più difficili. Come si impara a scomparire?
Marie Perennès:
Prima ci facevano domande sul film. Era come esaminare tutte le clausole di un contratto. Poi abbiamo cercato di lavorare con una squadra molto piccola. Eravamo quasi sempre in due, come ad Amiens, durante la "marcia bianca" [in omaggio a una donna uccisa dal suo compagno]. Inoltre, a volte giravamo per alcune ore di fila. Dopo un po', la gente si dimentica che sei lì.

S.D.: Apparteniamo a quella scuola del documentario che incoraggia il regista a sparire. Non sei lì. Persino il fonico dovrebbe evitare di guardare i protagonisti.

Quello che fanno questi collettivi è così... effimero. "Affiggiamo manifesti e poi non ci sono più". Dal punto di vista logico, non ha senso.
S
.D.: Ecco perché dovevamo fare un film su questo tema. Per tenere traccia delle loro parole. Più che il movimento in sé, volevamo filmare queste persone, questa generazione che cerca davvero di cambiare le cose. Non si tratta solo dei collage: si tratta di loro. Le ragazze che sono venute al festival sono davvero eccezionali. Combattono ogni giorno, sapendo che non vedranno presto i risultati.

Perché le seguite in posti diversi? Qualcuno nel film dice che è bello sapere che ci sono altre donne che combattono. In un certo senso, è esattamente quello che fate qui.
M
.P.: Ci sono più di 200 collettivi in Francia. Non volevamo certo fermarci a Parigi, ma mostrare l'intero paese, fare questo viaggio in macchina. Incontrare tutte queste persone che lottano contro il femminicidio o la violenza. L'idea era quella di dimostrare che i giovani francesi non sono apolitici, come alcuni sostengono...

S.D.: … e che non votano per Marine Le Pen...

M.P.: … e che si battono davvero per qualcosa. C'è speranza anche in queste piccole città. Questa idea di sorellanza, questa gioia di stare insieme, è molto forte. Volevamo catturare questo aspetto. Le persone, quando vedranno questo film, forse penseranno: "Se lei ha intrapreso questa lotta, forse posso farlo anch'io?". È davvero facile, in un certo senso, trovare il proprio gruppo oggi.

S.D.: È la cosa migliore di questo film: andremo ovunque abbiamo girato, sperando di avviare dei dibattiti. Tutti possono essere toccati da questi problemi, quindi dobbiamo parlarne. Solo così troveremo una soluzione. Ci sono così tante donne, centinaia, che muoiono ogni anno solo in questo paese.

Ci sono segreti legati alla loro attività che non hanno voluto condividere?
S
.D.: Ci sono così tanti segreti nel femminismo. C'è l'immagine della strega che lavora da sola nel buio, ma nel nostro film non ci sono streghe. Sono persone normali. È vostra figlia, vostra cugina.

M.P.: Loro ridono di questi paragoni. Volevamo anche mostrare che quello che fanno è... cool. È cool essere una femminista. Anche se sei un uomo. Questo è uno dei motivi per cui non volevamo avere "leader" in questo film. Non volevamo creare un'eroina che rappresentasse tutto. L'idea era di incontrare diverse giovani femministe.

S.D.: E incoraggiare altre a unirsi a loro!

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(Tradotto dall'inglese)

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