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Viktor Chouchkov • Regista di 18% Grey

"Non ricordo un tempo in cui il futuro è sembrato così poco chiaro"

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- Abbiamo parlato con il regista bulgaro Viktor Chouchkov delle sfide del rilascio del suo film 18% Gray nell'era della pandemia

Viktor Chouchkov  • Regista di 18% Grey

Ci sono voluti dieci anni al regista bulgaro Viktor Chouchkov per sviluppare, finanziare e finire il suo secondo film 18% Grey [+leggi anche:
recensione
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intervista: Viktor Chouchkov
scheda film
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. La prima nel concorso principale del Festival Internazionale del Cinema di Sofia è stata annullata a causa della pandemia. Oggi, il regista ci parla del suo film, delle conseguenze dell’emergenza sanitaria su una piccola industria cinematografica nazionale e anche del futuro.

Cineuropa: Cosa le ha colpito di più del romanzo di Zachary Karabashliev quando l’ha letto per la prima volta?
Viktor Chouchkov: Il romanzo è come un’odissea, narra la storia di un uomo che lotta per sopravvivere, ottenendo e perdendo cose lungo il suo cammino. L’ho letto nel 2011 e mi ha particolarmente colpito: l’eroe principale sogna di trovare la felicità altrove. Nella mia generazione molti sognano di vivere all’estero, forse è per questo che sono attratto dalle storie di persone che vogliono costruire una vita lontano da casa, in cerca di aria fresca. Sentire di poter essere “meglio” altrove mi intriga.

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Il film racconta la relazione tra un uomo e una donna di fronte a diverse sfide in un’altra cultura e a volte è ancora più difficile quando bisogna affrontarle lontano dalla famiglia, in circostanze diverse. Il nostro obiettivo era quello di riflettere su come sia cambiata la sensazione di sentirsi a casa e di raccontare una storia contemporanea attraverso questa coppia, una storia in un mondo sempre più in movimento che si riferisce in particolare agli emigranti.

La fotografia ha un ruolo importante nella storia e lei è anche fotografo. Si riconosce nel protagonista? Ha cambiato molto lo Zack del romanzo per adattarlo ai bisogni del suo film?
Lo script è liberamente ispirato al romanzo. Nel libro, la storia si svolge in America e fu scritta 15 anni prima. Abbiamo deciso di spostare la storia nell’Europa contemporanea e alcune cose sono inevitabilmente cambiate. Durante la fase di pre-produzione mi sono immerso nella società e nella cultura inglese per esplorare le sue antiche tradizioni e le sue diverse classi sociali. Volevo creare dei personaggi autentici, per cui iniziai a lavorare sullo script in collaborazione con Hillary Norrish e Dolya Gavanski che ha vissuto e lavorato nel Regno Unito per molti anni e che nel film interpreta la moglie del protagonista.

Sin dall’inizio, ho cercato di mettermi nei panni di Zack e di vedere il mondo attraverso i suoi occhi e la fotografia. Spesso cerco di catturare i momenti importanti che viviamo attraverso la comunicazione visiva, quindi penso che ho molto in comune con il personaggio principale. Zack è alla ricerca di qualcosa, è attento a ciò che lo circonda e sta crescendo; il suo viaggio è anche pieno di eventi imprevisti. Non possiamo mai sapere cosa succederà, chi incontreremo o come cambierà la nostra esistenza. Il viaggio della vita rappresenta il nostro desiderio di formare un solo essere con il mondo che ci circonda.

18% Grey doveva partecipare al concorso di Sofia a marzo. Come si sente un regista quando non può presentare il suo lavoro al pubblico?
È strano, ma resto ottimista e credo che il film sarà presto presentato nei festival a un pubblico internazionale. La nostra nozione del tempo è cambiata e adesso abbiamo questa sensazione di un futuro incerto. Non si può essere molto felici quando si lavora duramente per anni su qualcosa e non lo si può condividere o presentare come sempre. Ovviamente stiamo cercando una soluzione, è una situazione difficile per tutti i miei colleghi.

Il suo è uno dei pochi film bulgari ad avere quasi esclusivamente ambientato la storia in un altro paese. Secondo lei questo tipo di vasta coproduzione è ancora possibile oggi?
Il film è stato girato in Gran Bretagna, in Belgio, in Germania e in Bulgaria. Non credo che sia possibile fare qualcosa di simile nel prossimo futuro con le restrizioni attuali. È un road movie girato in loco, un progetto internazionale con una troupe internazionale.

In quanto regista e produttore, cosa ci può dire degli effetti della pandemia in Bulgaria?
Le conseguenze sono le stesse in tutto il mondo. La differenza sta nelle autorità locali e nel modo in cui sostengono la ripresa dell’industria. Non ricordo un tempo in cui il futuro è sembrato così poco chiaro. Il governo avrebbe potuto fare molto di più per aiutare gli artisti ma la cultura non è la priorità numero uno dei nostri politici.

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(Tradotto dall'inglese da Sara Baroudi)

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