email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

GÖTEBORG 2020

Jon Blåhed • Regista di Inland

"Mi piace poter sorprendere il pubblico e consegnargli qualcosa che pensa di non volere"

di 

- Abbiamo parlato con il regista svedese Jon Blåhed del suo film Inland, che mette in mostra le vaste distese della Svezia settentrionale

Jon Blåhed  • Regista di Inland

L’esordiente regista svedese Jon Blåhed, che ha appena presentato Inland [+leggi anche:
recensione
intervista: Jon Blåhed
scheda film
]
al Göteborg Film Festival, adora il buio, la provocazione e il nord, come ci ha detto quando ci siamo seduti per una chiacchierata.

Cineuropa: Il suo film di debutto è un adattamento del primo romanzo di Elin Willows, Inland. Cosa l’ha attratta di questa storia?
Jon Blåhed: Fui immediatamente colpito dalla protagonista, una ragazza di Stoccolma che rompe con il suo fidanzato lungo la strada verso la loro nuova casa, all’estremo nord della Svezia, e decide di rimanere lì da sola. È un personaggio provocatorio e come nessuno che abbia mai visto sullo schermo prima, davvero mai prima. Mi piace raccontare storie diverse, spesso quelle che si svolgono nel nord, dove sono cresciuto.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ha scritto il copione da solo. Ha fatto molti cambiamenti?
Il romanzo è molto peculiare, scritto in frammenti. È tipo un diario senza dialogo, quasi come un puzzle. “Questo non funzionerà per un film” mi dicevano, il che mi ha reso ancora più entusiasta. Ho letto il libro tre volte e poi l’ho messo da parte e ho iniziato a scrivere con la mia mente, creando un dialogo. Ho aggiunto anche qualche mia personale esperienza della regione. Elin Willows è stata molto positiva e il film le piace davvero. Ha da poco conosciuto Irma per la prima volta a Göteborg ed è stato commovente. “Tu sei me” ha detto “tu sei davvero me!”. Qualcosa di giusto dobbiamo pur averla fatta.

Ha presentato alcune scene tratte da Inland ad Haugesund ad agosto. A quel punto, sembrava una bizzarra commedia romantica: la ragazza della grande città finisce nella natura incontaminata tutta sola e in preda a uno shock culturale, ma forgia un legame con le colorite persone del posto, incluso un ragazzo carino, e così dovrebbe vivere per sempre felice e contenta. Ciò è ingannevole dato che la storia diventa molto cupa dopo un po’. È stato questo il suo modo di giocare in modo conscio con il pubblico?
Assolutamente, e molto. Mi piace essere capace di sorprendere il pubblico e consegnargli qualcosa che pensa di non volere, ma che in seguito possa apprezzare. Le persone adorano etichettare i film, ma a me piace visitare qualche territorio sconosciuto. Spero di attirare verso Inland qualche spettatore senza pretese – non meno attraverso attrici come Eva Melander e Ann Petrén, popolari e molto amate. Non ho mai pianificato di scegliere alcun nome famoso, ma hanno adorato il copione e sono salite a bordo, nonostante il budget modesto con cui stavamo lavorando.

L’unica che sostiene veramente il film è Irma von Platen. Come l’ha trovata?
Ho lavorato come assistente alla regia in svariati film e ho conosciuto Irma in quel contesto, in The Circle [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
di Levan Akin. Poi ho lavorato con lei in un cortometraggio l’anno scorso, intitolato Shut Up Haters, e ho sentito che c’era qualcosa in più in lei che volevo esplorare. Ho “testato” diverse attrici per la parte principale di Inland, ma Irma era la sola. Mi piace il fatto che non sia ancora così tanto famosa.

Anche il territorio è stato scelto molto bene, quasi un personaggio di per sé. Ha selezionato personalmente le location con attenzione?
Sì. Lavoro a stretto contatto con il mio cameraman, Jimmy Sundin, e abbiamo discusso di tutti i tipi di aspetti emozionali del copione. Abbiamo poi guidato, cercando le stesse emozioni in determinati luoghi, se questo ha un senso. Abbiamo trovato quello che stavamo cercando. La parte più difficile è stata la casa dove affitta una stanza. Volevamo lo stesso esatto colore, e, dopo un po’, abbiamo trovato anche quello.

Ora ha diretto nei formati corto, documentario e lungometraggio di fiction. Ci sono dei comuni denominatori finora?
Ho avuto protagoniste femminili: Malin Buska in Shut Up Haters, Maj Doris Rimpi in Maj Doris [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
e Irma in Inland. Tutti sono ambientati nella Svezia settentrionale e formano questa “trilogia”. Adesso, sto lavorando a tre copioni e soltanto uno è ambientato nel nord, nella Torne Valley durante gli anni ’30. Gli altri due a Stoccolma: una serie dark comedy per la tv e un documentario sul padre di mio cugino, Maximilian Kartaschev, alias “Il Duca”, un noto criminale di Stoccolma che morì nel 2007. Quindi spero in qualche buon budget, così lavoro su quelli.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese da Miriam Ferraglioni)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Leggi anche

Privacy Policy