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BLACK NIGHTS 2019 Concorso

Dimitris Bavellas • Regista di In the Strange Pursuit of Laura Durand

"Siamo tutti Laura"

di 

- Abbiamo chiacchierato con il regista greco Dimitris Bavellas, che nel suo secondo film, In the Strange Pursuit of Laura Durand, cerca una pornostar e trova invece la sua infanzia

Dimitris Bavellas  • Regista di In the Strange Pursuit of Laura Durand
(© Tallinn Black Nights)

Nel suo road movie  In the Strange Pursuit of Laura Durand [+leggi anche:
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intervista: Dimitris Bavellas
scheda film
]
, offrendo una dose salutare di pazzia alla competizione principale del Tallinn Black Nights, Dimitris Bavellas riporta in vita i suoi film preferiti d’infanzia attraverso la storia di due amici che si lasciano tutto alle spalle per trovare una donna che hanno amato per tutta la loro vita: una dimenticata star del porno, Miss Laura Durand.

Cineuropa: C’è un tocco retrò nella sua storia, che riporta alla mente tutti quei film pazzi degli anni ’80, come Le avventure di Buckaroo Banzai nella quarta dimensione, che ha pure un breve cameo!
Dimitris Bavellas: Ho basato la mia storia sul “viaggio dell’eroe” monomito di Joseph Campbell. Ma sì, questi erano i film che ero solito guardare quando ero un bambino. Ci facevano sentire al sicuro. La mappa che i ragazzi usano sembra quella de I Goonies, e, in uno degli episodi, puoi trovare quest’ambientazione post-apocalittica che mi ricordava il mio amato 1997: Fuga da New York di John Carpenter. Ci sono anche alcuni cenni ai film di serie B di Ross Mayer, horror degli anni ’50 nel classico bianco e nero. È tutta una questione di chiamate all’avventura, e, se tutto va bene, dopo un po’, tutti i cliché iniziano ad assumere una nuova vita. Descrivendo questa storia, dicevamo che è come Guerre Stellari, ma con un budget ben più alto [ride].

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Con un road movie, si possono avere diverse avventure all’interno della stessa. È stato questo ad attrarla?
Mi piaceva l’idea che ogni volta che questi ragazzi decidono di fermarsi da qualche parte, loro – e noi, come spettatori – entrano in un universo cinematografico diverso. Questo è il motivo per cui il film è basato anche su l’Odissea, in un certo senso – c’è anche un ciclope! È una commedia horror senza sangue, diciamo, perché non potevamo permetterci gli effetti speciali. Ciò che stavo cercando di fare qui era affrontare due problemi: riprodurre i film che in qualche modo mi hanno affascinato quando ero giovane e, allo stesso tempo, criticare il mondo in cui viviamo. Credo che noi tutti, artisti, siamo Laura – o anche tutte le persone che vivono nella civiltà contemporanea occidentale. Siamo tutti uguali, quindi quando il nostro mondo si trasforma da cattivo a peggiore, la nostra unica difesa è di voltarci e fare i vaghi. Questi ragazzi, Antonis e Christos, si immergono nei loro ricordi d’infanzia invece che bere e drogarsi. Per quanto possa suonare divertente, vedono la loro innocenza persa in Laura Durand. Anche se non mi fraintendere: bevono e si drogano comunque.

Affrontano alcuni problemi seri all’inizio del film, collegati con i soldi o anche con la salute. Tuttavia decidono di lasciarsi tutto alle spalle e andare alla ricerca di questa fantasia, ma Laura rimane un mistero.
È difficile fare un film in Grecia, quindi quando finalmente ci riesci, cerchi di incorporare tutte le cose che ami, credo. Laura, e puoi capirlo anche dal suo nome, ha a che fare con Laura di Otto Preminger e Laura Palmer de I segreti di Twin Peaks. È una femme fatale, eppure così vulnerabile e così alla mano. Fa impazzire le persone: ha questo effetto molto peculiare su tutti quelli che incontra e, in un certo senso, li distrugge. La citazione che ho deciso di includere all’inizio del film [riguardo “fuggiaschi dal senso comune di visione ristrette delle tre dimensioni”] è anch’essa un riferimento a ciò. Ciò che stanno cercando questi ragazzi, e ciò a cui mi sto riferendo qui, è una battaglia per la libertà personale, che può essere a volte un’illusione – proprio come Laura.

Prima che io vedessi il film, mi disse che avrei dovuto guardarlo a volume molto alto. Il che è comprensibile, dato che la musica ti trascina realmente con i personaggi.
Volevo che questo film fosse energico. Abbiamo bisogno di sentire questo ora, con tutte le follie che stanno accadendo negli Stati Uniti o in Europa, la crisi dei rifugiati e le persone che muoiono ogni giorno. È una forma di difesa contro il cinismo e la crudeltà che ci circonda. Fortunatamente, ho un rapporto fantastico con il mio compositore George Boussounis – a parte i temi, ha scritto anche la maggior parte delle canzoni che si sentono nel film. Una canzone a settimana, per essere precisi: è una macchina della musica! Mi ha aiutato non solo a creare un ambiente visivo, ma anche uno musicale per questi ragazzi. Volevo che fosse un'esperienza per tutti i sensi.

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(Tradotto dall'inglese da Miriam Ferraglioni)

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