email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

Heleen Gerritsen • Direttrice, goEast Film Festival

“Questi sono tempi difficili ma anche interessanti”

di 

- Abbiamo parlato con la nuova direttrice generale ed artistica di goEast, Heleen Gerritsen, alla vigilia della sua 18esima edizione

Heleen Gerritsen  • Direttrice, goEast Film Festival
(© Angelika Stehle)

Uno dei migliori e affermati festival che si focalizzano sul cinema dell’Europa centrale e orientale (CEE), il goEast Film Festival celebra quest’anno la sua 18esima edizione che inizierà domani, 18 aprile, e durerà fino al 24 aprile nella città di Wiesbaden, in Germania. Abbiamo avuto la possibilità di parlare con Heleen Gerritsen, la nuova direttrice generale ed artistica del festival, sulle sfide che sta affrontando e sulla selezione di quest’anno, oltre agli sforzi e al futuro del cinema dell’Europa centrale e orientale.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

Cineuropa: La 18esima edizione di goEast sarà la prima per lei in qualità di direttrice generale ed artistica del festival. Quali sono gli obiettivi che ha stabilito quest’anno e quale potrebbero essere le sfide?
Heleen Gerritsen:
L’obiettivo principale di goEast resta lo stesso: proiettiamo una serie di film del cinema dell’Europa centrale e orientale: finzioni, documentari, animazioni e forme ibride. Quest’anno abbiamo anche incluso i lavori a 360 gradi e in realtà virtuale.

Per quanto riguarda le sfide, l’Europa orientale non ha una buona reputazione, dal punto di vista politico, attualmente, e sta tentando principalmente di scegliere i film su argomenti politici controversi di cui il pubblico è a conoscenza, in quanto coperti dai mass media. Tuttavia, non mi aspetto che i singoli registi realizzino esclusivamente film che informino il pubblico occidentale sulla politica e sugli aspetti specifici dei loro paesi d’origine. Se un regista avesse realizzato un documentario meraviglioso e poetico sulla natura, lo avrei mostrato con piacere, ma è più difficile trovare un pubblico per film con storie introverse o argomenti astratti. Alla fine, si tratta solo di trovare un equilibrio.

Quali pensa che siano i principali punti di forza del cinema dell’Europa centrale e orientale? Sono evidenti nella selezione di quest’anno?
Siamo in tempi difficili ma anche interessanti. Il modo in cui il cinema di queste regioni combina una classica educazione al cinema, l’importanza di realizzare un grande lavoro con la videocamera e una forte motivazione nel raccontare storie ha portato quest’anno una selezione molto ricca. Sono stata anche sorpresa dall’elevato numero di proposte fatte da registe – per altri festival tedeschi (e internazionali), è un grosso problema, poiché si lamentano del fatto che pochissime donne presentano i loro film. Sono felice nel dire che non abbiamo avuto questo tipo di problema, e abbiamo scelto un programma vasto e variegato, con molte storie e punti di vista diversi.

Cosa può dire sul futuro del cinema dell’Europa centrale e orientale?
Grazie a programmi europei come Eurimages e MEDIA, le coproduzioni internazionali sono comuni in tutta l’Europa centrale. Inoltre ammiro come buona parte degli istituti cinematografici in molti paesi dell’Europa centrale riescano a continuare ad offrire il loro aiuto ai singoli registi e a resistere a tutte le pressioni politiche. Ma sappiamo tutti come sia facile distruggere le strutture che hanno impiegato anni per essere costruite. Quindi, a dire la verità, sono preoccupata del futuro del cinema di queste regioni, anche se adesso sta andando bene nel circuito dei festival.

Quali sono i principali vantaggi per un giovane regista nel partecipare ai programmi East-West Talent Lab o OPPOSE OTHERING!?
L’East-West Talent Lab del goEast è un programma di formazione e di sviluppo di progetti per i registi emergenti, ma è anche per i giovani professionisti di altri rami del settore cinematografico come produttori, distributori, organizzatori di festival e insegnanti, un’occasione per riflettere insieme sull’industria cinematografica del domani. OPPOSE OTHERING! tratta problemi come integrazione delle minoranze, pari opportunità e pressione politica. Penso che sia davvero importante parlare anche di etica nell’ambito della produzione audiovisiva.

Sta anche reinventando l’Open Frame Award quest’anno, con un accento particolare sulla realtà virtuale. Può parlarci meglio di questo cambiamento?
La realtà virtuale, come mezzo, ha finalmente raggiunto un livello tecnologico in cui i contenuti posso essere visibili e piacevoli, anche per una persona che porta gli occhiali, come me. Ci sono eventi divertenti a Minsk, Mosca, Bucarest e in tanti altri posti. Ma se do un’occhiata ai programmi dei grandi festival e agli eventi dedicati alla realtà virtuale, ci sono pochi lavori dell’Europa centrale e orientale. Per goEast, è una grande opportunità per colmare questo vuoto, almeno un po’. Stiamo presentando otto lavori tra Francoforte e Wiesbaden.

Oltre a guardare al futuro, goEast ha un programma molto curato sulla storia del cinema. Quale sarà l’argomento principale di quest’anno?
Il 2018 è un anno ricco di eventi storici che non possiamo ignorare. Intanto, il cinquantenario della Primavera di Praga. Il nostro programma 1968 affiancherà il leggendario Oratorio for Prague di Jan Němec con la propaganda sovietica e un breve programma di film di finzione della New Wave cecoslovacca dal 1966 al 1968. Il simposio di quest’anno sarà dedicato al cinema baltico, in occasione dei 100 anni dell’indipendenza estone, lettone e lituana. Sotto il titolo “Identità Ibride, cinema baltico”, universitari, produttori e giornalisti esamineranno lo sviluppo graduale del linguaggio cinematografico di questi paesi anche durante il periodo sovietico. Una selezione di film accompagnerà il simposio, che presenterà i classici della scuola del documentario poetico di Riga come 235.000.000 di Uldis Brauns (1967), una retrospettiva sul cinema d’animazione con i lavori di Priit Pärn e dei registi di nukufilm come Riho Unt e Mait Laas, e altri ancora.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese da Francesca Miriam Chiara Leonardi)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy