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Cordula Kablitz-Post • Regista

“Stavo cercando un modello e ho trovato ispirazione in Lou Andreas-Salomé"

di 

- Abbiamo parlato con Cordula Kablitz-Post, che ha vinto il premio per il Miglior Film al Socially Relevant Film Festival di New York con Lou Andreas-Salomé: The Audacity to Be Free

Cordula Kablitz-Post  • Regista
La regista Cordula Kablitz-Post (a destra) con la responsabile del Socially Relevant Film Festival Nora Armani

Cordula Kablitz-Post ha fondato Avanti Media Fiction GmbH nel 2012. Il primo film prodotto dalla società è stato Sophiiiie!, che ha ricevuto i premi per il Miglior Regista e la Migliore Attrice al Festival di Monaco. Nel 2016, le è stato assegnato il Young Investigator Award per il suo primo film, Lou Andreas-Salomé: The Audacity to Be Free [+leggi anche:
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intervista: Cordula Kablitz-Post
scheda film
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, al Festival di Emden-Norderney. Ha appena vinto il premio per il Miglior Film al Socially Relevant Film Festival di New York (condiviso con Hot Country, Cold Winter [+leggi anche:
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intervista: David Safarian
scheda film
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di David Safarian) per lo stesso film.

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Cineuropa: In poche parole, di cosa parla il film?
Cordula Kablitz-Post:
 Il film rappresenta la vita di Lou Andreas-Salomé, che è stata una scrittrice, pensatrice e psicoanalista. Nata nel 1861 nella città russa di San Pietroburgo, Lou rifiuta la tradizione per andare alla ricerca della perfezione intellettuale, incantando i cuori e le menti dei più grandi pensatori di inizio XIX secolo, compresi Friedrich Nietzsche, il poeta Rainer Maria Rilke e Sigmund Freud.

Perché ha voluto realizzare un film su Lou Andreas-Salomé?
Mi sono imbattuta nella sua biografia quando avevo 17 anni. Ero curiosa di leggere la storia di una donna che era davvero eccezionale al suo tempo. Viveva contrariamente alle regole della sua società; non si preoccupava del fatto che non le fosse permesso di studiare. Tuttavia, faceva quello che voleva e penso che fosse davvero insolito al suo tempo. Era ostinata e restava sui suoi passi. Penso che sia strano per le donne vivere in questo modo. È più normale per un uomo. Essendo una giovane donna, stavo cercando un modello e ho trovato molta ispirazione in lei. Ho iniziato con le ricerche otto anni fa, e sono rimasta molto sorpresa quando ho realizzato che non c’era alcun film sulla sua vita. Sono felice del fatto che, attraverso questo film, Lou non sarà dimenticata. E’ una figura così importante nella storia perché è stata una scrittrice brillante. Ha scritto molti romanzi e lavori sulla psicanalisi, e molti di essi non sono stati ancora pubblicati. Attraverso questo film, vedo che molte persone stanno iniziando a leggere i suoi lavori e a entrare in contatto con lei.

Lavorare sul film per otto anni l’ha cambiata come persona?
Prima di tutto, non avevo pensato di lavorare sul film per così tanto tempo. Se qualcuno mi avesse detto prima che avrei impiegato così tanto tempo per realizzarlo, non gli avrei mai creduto; è stato davvero un lavoro difficile. La parte più difficile è stata il finanziamento. Le emittenti della tv tedesca non hanno investito sul film, hanno detto che Lou non è abbastanza conosciuta per investire del denaro su di lei. Alla fine l’ho realizzato come coproduzione austro-tedesca e gli austriaci sono stati fantastici. Questa è la ragione per cui c’è voluto tanto tempo, perché il problema è stato il denaro. Mi ha cambiato nella misura in cui stava diventando davvero un’ossessione. Non so cosa mi sia successo, ma è stato qualcosa che ho voluto per davvero e non mi sono potuta fermare. Ci sono stati molti problemi in mezzo, ma non ho mai avuto la sensazione di fermare la produzione. Inoltre, se qualcuno diceva che non gli era piaciuta la sceneggiatura e c’era un rifiuto da parte di un altro ente di finanziamento, semplicemente passavo a un altro, non sono mai stata così testarda. Forse l’energia di Lou mi ha sopraffatta, non lo so.

Ha scelto gli attori per via della loro somiglianza con i personaggi?
Beh, è stato un insieme. Ho scelto molti attori teatrali perché pensavo fossero molto bravi nel loro lavoro. Lavorano per mesi sulle loro parti – amo gli attori da palcoscenico. Inoltre l’attrice Katharina Lorenz assomigliava molto a lei. Lo penso perché Lou è una specie di leggenda, non tutti si sono dimenticati di lei. Quindi ho voluto avere una somiglianza, certamente, ma la cosa fantastica di Katharina è che lei si è adeguata al 100% alla personalità di Lou. E’ andata fino in fondo nel ruolo, ci ha lavorato per sei anni.

Perché ha scelto di realizzare una finzione invece di un documentario?
In realtà ho iniziato come aiuto regista in un film di finzione. Per lo più ho realizzato documentari, ma nella mia mente, volevo sempre realizzare un nuovo film di finzione. E’ iniziato come documentario, ma dopo ho capito che non c’era alcun filmato su Lou – non è stata mai ripresa da qualcuno e non si poteva sentire la sua voce. Quindi ho pensato di realizzare una finzione. Dovevo prendere un’attrice per farlo e non potevo utilizzare filmati originali.

Di tanto in tanto il pubblico rideva quando c’erano scene complesse e filosofiche. Era questa la sua intenzione?
Certo. Volevamo renderlo un po’ divertente. Non deve essere sempre serio, perché la vita non è sempre seria. Penso che le persone intelligenti riescano a ridere, non sono sempre serie.

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(Tradotto dall'inglese da Francesca Miriam Chiara Leonardi)

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