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Reza Mirkarimi • Direttore, Fajr International Film Festival

"È il momento giusto per avviare coproduzioni tra l'Iran e l'Europa"

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- Reza Mirkarimi è il direttore del Fajr Film Festival, a Teheran, dal 2015. Cineuropa lo ha incontrato alla manifestazione per parlare di come il festival è cambiato nel corso degli anni

Reza Mirkarimi  • Direttore, Fajr International Film Festival
(© Amir Talaie Keyvan)

Il famoso regista iraniano Reza Mirkarimi, tra i cui film ricordiamo Today, vincitore di premi a numerosi festival, tra cui il Black Nights di Tallinn, è dal 2015 direttore del Fajr International Film Festival di Teheran. Mirkarimi racconta a Cineuropa come è cambiato il festival negli anni e qual è la situazione attuale per quanto riguarda la distribuzione cinematografica in Iran.

Cineuropa: com’era il Fajr IFF prima del suo incarico e cosa è cambiato?
Reza Mirkarimi: Il Fajr IFF ha sempre avuto molto successo. Alcuni grandi nomi hanno vinto i loro primi premi internazionali, come Nuri Bilge Ceylan e Godfrey Reggio. Negli ultimi vent’anni si è un po’ indebolito, e stiamo cercando di riportarlo agli antichi splendori. Politicamente, negli ultimi 20 anni, le amministrazioni iraniane hanno cominciato a muovere determinati settori, come l'economia nel settore privato. E da diversi anni hanno iniziato a separare la cultura dal governo. Questo è un festival sostenuto dal governo, ma sono disposti a darci più autonomia. È molto difficile, ma è un buon inizio.

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Quando il nuovo governo è andato al potere circa tre anni e mezzo fa, mi hanno invitato a assumere il ruolo di direttore del festival. Ho detto che lo avrei fatto se avessi avuto piena indipendenza e libertà nel fare il mio lavoro. Il governo non ha interferito nel mio lavoro, e forse è per questo che è possibile incontrare molti registi iraniani, attori e cinematografi al festival, guardare film e incontrarsi. In passato non se ne vedevano molti partecipare e incontrarsi a un evento. Ora questo accade perché l'industria locale si rende conto che il festival è più indipendente.

In Iran è vietato mostrare nudità e sesso nei film. Come riuscite ad aggirare questa regola?
Questi regolamenti sono applicati più rigorosamente in TV e nei cinema regolari, ma al festival abbiamo un po’ più di libertà. Se vogliamo mostrare un film che contiene questo tipo di contenuti, entriamo in contatto con i registi per chiedere loro il permesso di tagliare o sfocare le scene problematiche. A volte è stato molto difficile trovare un accordo con i registi, ma quest'anno, su quasi 110 film provenienti dall'estero, abbiamo tagliato in media solo 15 secondi.

Quali sono i suoi criteri principali per la scelta dei film del programma ufficiale e dei film iraniani presentati sul mercato?
Io stesso sono regista, e il valore cinematografico di ogni film è il criterio più importante. Successivamente arriva la varietà di genere e stile. Il contenuto non è così fondamentale. Per quanto riguarda il mercato, dal momento che siamo ormai nella stagione che pre-festivaliera, questa è una buona opportunità per il cinema iraniano di farsi conoscere dagli acquirenti e dai festival internazionali. Abbiamo tutta la produzione cinematografica iraniana dell'anno scorso - almeno quello che ci è stato presentato. Di circa 60 produzioni abbiamo raccolto più o meno 30 film. Purtroppo, siamo limitati in termini di numero di sedi di proiezione e di spazi, altrimenti avremmo dato possibilità a più film.

Qual è la situazione della distribuzione di film stranieri in Iran e qual è il ruolo del Festival di Fajr in questo tema?
A causa delle limitazioni imposte alle sale cinematografiche in Iran, le proiezioni dei film di altri paesi sono molto limitate, in particolare perché il sostegno va in primis al cinema locale. I film provenienti dall'estero sono adatti solo per la proiezione in cineteche o in piccoli luoghi di incontro. La gente guarda film stranieri, ma a casa. E naturalmente, vogliono guardarli sul grande schermo. In Iran non abbiamo una grande varietà di generi, quindi quest'anno abbiamo avuto un programma horror che potrebbe aiutare il cinema iraniano a produrre generi diversi per generazioni e gusti diversi. Il prossimo anno probabilmente ci concentreremo sulla fantascienza o su un altro genere.

Può parlarci delle potenziali coproduzioni tra Iran e altri paesi, soprattutto quelli europei?
Penso che sia il momento giusto per avviare vere coproduzioni tra l’Iran e altri paesi. Alcune coproduzioni sono già state avviate per i film a basso costo, ma non abbiamo dati certi. Finora, abbiamo soprattutto realizzato produzioni straniere in Iran, come il film italiano Sembra mio figlio, che si sta girando ora a Teheran. La settimana scorsa, la Bavaria Film ha cominciato le trattative per una coproduzione, e negli ultimi dieci anni sempre più professionisti iraniani hanno lavorato in Europa. Abbiamo anche un gruppo cinese che vuole girare qui, e un altro da Hong Kong. Ma le coproduzioni nel vero senso della parola devono ancora iniziare, ed ora è il momento giusto per iniziare.

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(Tradotto dall'inglese)

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