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Nino Basilia • Regista

"Voglio mostrare il coraggio delle donne"

di 

- Incontro con la georgiana Nino Basilia per parlare di Anna's Life, suo primo lungometraggio di finzione, Atlas d'argento all'Arras Film Festival

Nino Basilia • Regista
(© Cinema Jove)

Proveniente dal documentario, la georgiana Nino Basilia debutta nel lungometraggio di finzione con Anna's Life [+leggi anche:
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intervista: Nino Basilia
scheda film
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. Vittoriosa al Cinema Jove di Valencia, ha appena vinto l'Atlas d'argento alla miglior produzione al 17° Arras Film Festival dove ha anche presentato il suo prossimo progetto, Child, come parte della sezione professionale di sostegno allo sviluppo Arras Days (vedi news).

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Cineuropa: Cosa l'ha spinta a passare dal documentario alla finzione con Anna's Life?
Nino Basilia: Realizzare documentari mi ha donato molta esperienza nel processo di creazione dei film. Ma i miei studi cinematografici erano incentrati sulla finzione e ho sempre avuto l'ambizione di fare una pellicola di finzione, ma con un contenuto reale, non un film commerciale. Sono istintivamente portata al dramma sociale, al naturalismo, ai sentimenti della gente, alla percezione delle situazioni. Desidero anche fare film che trasmettano dei messaggi. Ad esempio, il figlio di Anna è autistico e alcuni spettatori mi hanno rivelato che il film ha fatto prendere loro coscienza in modo concreto del grado di difficoltà di questa questione, invogliandoli a mettersi in gioco per aiutare le madri che si trovano in questa situazione. Se il mio film riesce a cambiare un po' la gente, a cambiare il modo di vedere le relazioni umane, ad agire come una sorta di catarsi, per me è una vittoria personale. La vita di Anna rappresenta anche quella di molte donne divorziate, che crescono da sole i figli mentre i padri se ne disinteressano: la loro vita quotidiana è dura e lo era ancora di più negli anni '90 in Georgia. Inoltre, sento molto vicino il personaggio di Anna. Perché anche se non ho fatto gli stessi suoi lavori, capisco perfettamente come si sente, come ci si sente quando non si hanno soldi o cibo per il giorno dopo, quando si è completamente persi. Ma anche se ti lasci andare per un paio di giorni, poi ti svegli e combatti, fai qualcosa.

Il sogno americano, la speranza di ottenere un visto, è al centro del film.
È un sogno diventato realtà per molti georgiani, soprattutto donne, molte delle quali laureate. Quando la Georgia è diventata indipendente e il capitalismo ha catturato il Paese, tutto era davvero devastato e per questo motivo queste donne volevano trovare un modo più semplice per sopravvivere: fuggire dal Paese legalmente o illegalmente, per trovare un buon salario, dei soldi da inviare alla famiglia in Georgia. Molti bambini delle nuove generazioni sono cresciuti senza le loro madri e hanno solo avuto un contatto tramite Skype. Perché queste donne partite per gli Stati Uniti sono diventate clandestine dopo pochi mesi lì e non possono tornare. Ho anche scelto quest'argomento perché penso che in alcune situazioni, le donne siano molto più forti degli uomini.

La pressione del denaro è un tema che attraversa tutto il film.
È in effetti un personaggio principale, con una presenza letteralmente fisica, il suono delle banconote contate e ricontate in macchina, ad esempio. Ed è intorno ai soldi che ruotano tutti gli eventi del film. Ma per Anna non sono così importanti e non si vende per denaro perché ha una dignità. Ma è umana come tutti noi e ha momenti di esitazione come quando ha la possibilità di rubare facilmente una grande somma di denaro. 

Il film è molto realistico, ma è comunque adrenalinico.
Avere una storia è bene, ma se interessa il pubblico è molto meglio. Sono piccoli trucchi. Ho riflettuto a lungo sulla sceneggiatura e quando scrivo, visualizzo tutto. E sono molto meticolosa per le location perché non amo l'artificiale, il falso. Ad esempio, abbiamo girato in alcuni luoghi affittati in cui le persone vivono davvero, e non ho voluto toccare assolutamente nulla, volevo conservare questa realtà intatta.

Ha anche fatto il pitch, qui ad Arras, del suo prossimo progetto: Child.
La mia intenzione è realizzare una trilogia con delle donne come personaggi principali. Anna's Life è un dramma su una donna che lotta nella vita sociale, Child sarà incentrato sulle donne in guerra e il terzo film, di cui ho già scritto la sceneggiatura, sarà dedicato alle donne e l'amore, con le sue complicazioni. Voglio mostrare il coraggio delle donne.

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(Tradotto dal francese)

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