email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

Thomas Lilti • Regista

“Una commedia umana sugli ospedali”

di 

- Il cineasta francese Thomas Lilti parla di Hippocrates, film acclamato a Cannes

Thomas Lilti  • Regista

Apprezzato film di chiusura della Settimana della Critica al 67° Festival di Cannes (leggi la recensione) e recente vincitore del Festival di Angoulême, Hippocrates [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Thomas Lilti
scheda film
]
è in uscita nelle sale, distribuito da Le Pacte. Cineuropa ha avuto l'opportunità di intervistare il regista, Thomas Lilti, il quale, con la sua opera seconda, è riuscito a creare una sapiente miscela di divertimento e tematiche sociali.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Cineuropa: Perché ha deciso di ambientare il film in un ospedale pubblico?
Thomas Lilti: Il motivo è in parte autobiografico poiché sono un medico di base e ho studiato medicina per dieci anni. Per questo, ho deciso di raccontare la storia degli ospedali pubblici francesi. Ma il motivo principale è stato quello di creare una "commedia umana" ambientata negli ospedali. Volevo raccontare la storia delle persone, degli uomini e delle donne che passano lì quasi due terzi del loro tempo. La mia idea iniziale era quella di mostrare il "dietro le quinte", quello che i pazienti ospedalizzati non vedono. Non volevo riproporre quello che fanno nei "medical drama" o girare un film di genere ambientato in un ospedale, ad esempio un thriller, un poliziesco , una "soap opera" o una storia d'amore. Volevo rimanere fedele alla realtà.

Il film tratta molti temi, anche spinosi: l'accanimento terapeutico, la morte dei pazienti, gli errori dei medici, le disfunzioni negli ospedali, il ricorso a medici stranieri precari, la vocazione professionale, ecc.
A poco più di vent’anni, iniziamo a lavorare come tirocinanti e siamo completamente sopraffatti dagli eventi. I camici bianchi sono troppo grandi per le nostre spalle. L'ospedale è un luogo veramente multi-sfaccettato, dove si affrontano temi etici e morali, come la morte, la malattia, la scelta della cura da somministrare, l'intervento terapeutico, gli errori medici... A volte, ci tocca affrontarli tutti nello stesso giorno. Questa è la vita quotidiana dei dottori, delle infermiere e degli aiuto infermieri. Se si vuole girare un film che descriva gli ospedali in maniera realistica ma anche "umana" e compassionevole e che racconti le difficoltà del mestiere con un tono delicato e affettuoso, ma che al contempo abbia uno sguardo critico, è imprescindibile affrontare queste tematiche. Tuttavia, il film non è un documentario: è un film realistico in cui succedono molte cose ai protagonisti interpretati da Vincent Lacoste e Reda Kateb. I temi menzionati sono tutti presenti, ma vengono solo accennati e non costituiscono il fulcro del film. Non volevo trasmettere un messaggio in particolare, né un giudizio.

E l'aspetto comico?
Fin dall'inizio, volevamo fare una commedia drammatica sugli ospedali che speravo fosse commovente, umana e profonda. Ma al contempo doveva essere divertente. Ma non sempre, perché sarebbe stato impossibile. Non si può sempre stemperare la tensione con una risata. Tuttavia, dovevamo inserire degli elementi comici perché negli ospedali coesistono tante realtà diverse: la morte, la malattia, il dolore e le difficoltà. In pochi minuti, però, è anche possibile ritrovarsi a scherzare con gli altri tirocinanti, a fare battute, a discutere, a cercare di cambiare il mondo. Nel film, ho cercato di far provare al pubblico le stesse sensazioni che provano i dottori, ovvero quel brusco passaggio dai momenti spensierati e leggeri a quelli più dolorosi. Per questo ho voluto inserire una miscela di commedia e dramma nel film.

È stato difficile trovare i finanziamenti?
All'inizio, la cosa difficile è stata trovare un produttore che credesse nell'idea di realizzare un film sugli ospedali che fosse realistico ma anche diverso da quello che uno si aspetta da un "medical drama". Al principio, temevano che il film sarebbe risultato bizzarro. In seguito, alcuni produttori mi hanno dato fiducia (31 Juin Films), è stata scritta la sceneggiatura e le porte dei finanziamenti si sono aperte abbastanza facilmente.

Quale sarà il tuo prossimo progetto?
Ho già scritto la sceneggiatura e spero di girarlo agli inizi del 2015 con gli stessi produttori. Racconterà la storia di un dottore di campagna in una zona che soffre della carenza cronica di medici di base. Riprenderà un po' il tono di Hippocrates, sarà tra la commedia e il dramma, e parlerà di persone particolari, ancorate ai problemi della società moderna.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dal francese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Leggi anche

Privacy Policy