email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

Bård Breien • Regista

Un detective dal temperamento tranquillo

di 

- Il regista norvegese Bård Breien parla di Detektiv Downs

Bård Breien • Regista

Detektiv Downs [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, film il cui interprete principale, Svein André Hofsø, ha ottenuto il premio per l'interpretazione al Fantastic Fest di Austin. Texas, esce nelle sale norvegesi questa settimana. Cineuropa ha incontrato il regista Bård Breien, al suo secondo lungometraggio, prodotto dalla società norvegese Friland Produksjoncon il sostegno di Eurimages.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

Cineuropa : Detektiv Downs  è un film molto particolare...
Sì, si tratta di un film noir in cui l'eroe, cos' come l'attore che lo interpreta, sono affetti da Sindrome di Edwards.

Perché questa scelta ?
Ci sono talmente tanti film standardizzati, talmente tanti telefilm senza originalità, che un giorno, per scherzo, ho affermato che avrei girato un poliziesco con un attore protagonista affetto da sindrome di Down. Questo scherzo è diventato una sfida che ho lanciato a me stesso. Oltre a questo, io sono un grande estimatore dei vecchi classici, soprattutto Hitchcock, ma anche Andrew Dominik, o i romanzi di Dashiell Hammett e di Raymond Chandler, il cui Il grande sonno ha inspirato il film di Howard Hawks con Humphrey Bogart.

Bogart, appunto, sembra essere l'idolo del suo eroe, Robert Bugerud.
Esatto : stesso impermeabile, stesso cappello. Robert vuole essere un detective, anche se suo padre, poliziotto anch'esso per giunta, non crede nel suo talento. Nessuno, perà, vuole rivolgersi a lui, fino al giorno in cui una famiglia chiede il suo aiuto.

Per risolvere...
No, al contrario si rivolge a lui appunto per non risolvere un enigma, una scomparsa misteriosa. Si tratta di una famiglia insolita, coinvolta in giri loschi, che reputa il nostro giovane detective un individuo incompetente e inoffensivo. Robert, al contrario, prende la faccenda a cuore, letteralmente, perché è un tipo emotivo, e dà prova di una finezza e di una tenacia che mancano a molte persone.

È lei che ha scoperto Svein André Hofsø ?
Sì, ci tenevo a fare io stesso il casting, perché il soggetto è delicato, tanto più che nel mio film ci sono elementi comici, umoristici. Volevo evitare da un lato il disprezzo e la derisione, dall'altro il pietismo e la commiserazione. Temevo eventuali malintesi. Per questo ho dedicato molto tempo ai provini, ma nel momento in cui ho visto Svein André ho subito capito che era la persona che faceva al caso mio: aveva lo sguardo profondo e malinconico che desideravo, il temperamento tranquillo del personaggio, che svolge anche la funzione di narratore. E poi ha un vero talento attoriale.

Ha scritto lei la sceneggiatura?
Io ho concepito la storia, e ho scritto i dialoghi con lo sceneggiatore danese Eske Troelstrup. Abbiamo già lavorato insieme al mio primo lungometraggioThe Art of Negative Thinking. La prima di una dozzina di bozze è nata a Siviglia, ed è stato l'inizio di un processo lungo ma appassionante. Diciotto mesi più tardi, una volta ultimata la sceneggiatura, abbiamo iniziato le riprese, con il direttore della fotografia norvegese Gaute Gunnari, anche lui mio complice nel film precedente. Le riprese sono state numerose, ma la motivazione è sempre stata forte. Svein André ha lavorato tantissimo, e la preparazione è stata minuziosa, anche se in alcune scene, come quella di danza, si è dato con tutto se stesso, ed è bastata una sola ripresa.

Dove sono state effettuate le riprese?
A Praga, perché volevo ricreare una Oslo diversa, immersa in un'atmosfera irreale. Questa atmosfera è accentuata dalla musica del compositore danese Chris Minh Doky, un musicista geniale, capace di padroneggia tutti gli stili del jazz. E poi, visto che il mio primo film ha funzionato molto bene in Repubblica Ceca, ho avuto modo di ottenere finanziamenti pubblici. Abbiamo girato alcune scene in studio, altre in esterni, altre ancora in una grande villa vicino a praga.

Vienna, la città dove si svolge Il Terzo Uomo di Carol Reed, è stata indubbiamente una fonte di ispirazione.
Sì, in parte sì, per via della luce, dei chiaroscuri, dell'ìntreccio, poliziesco ma con tocchi di parodia. La psicologia dei personaggi, però, ha una sua importanza, e se Robert fa il detective, è anche per avvicinarsi a suo padre, vedovo, che lo trascura un po'.

Avete avuto difficoltà a trovare i fondi necessari?
All'inizio sì. Alcunifinanziatori erano recalcitranti, perché temevano che sarebbe stato un film di cattivo gusto, o che la direzione dell'attore principale sarebbe stata cattiva. Una volta, però, che il progetto è stato accettato in Norvegia, con l'aiuto dell'Istituto Norvegese del Cinema, la situazione si è risolta a livello internazionale.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dal francese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy