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Rok Bicek • Regista

“La scuola del film è come una micro società a immagine del mio paese”

di 

- Class Enemy, primo lungometraggio di Rok Bicek, ha concorso per il Leone del Futuro alla 70ma Mostra di Venezia e si è aggiudicato 7 premi agli Slovenian Awards tra cui quello di Miglior Film

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. Questa opera prima ha concorso per il Leone del Futuro alla 70ma Mostra di Venezia dove era stato selezionato alla Settimana della Critica. Class Enemy si è aggiudicato di recente 7 premi agli Slovenian Awards tra cui quello di Miglior Film.

Ci parli della scrittura della sceneggiatura…
Rok Bicek: Ho realizzato questo film due anni dopo i miei studi di cinema. Questi due anni sono stati complicati. Avevo la storia in testa, ma mi sembrava troppo complessa per un'opera prima. Alla fine, sono riuscito a scrivere la sceneggiatura con l'aiuto di Nejc Gazvoda. E' molto bravo con l'economia dei dialoghi ed è evidente guardando i suoi film. Anche Janez Lapajne, che era stato il mio tutor durante i workshop, ha partecipato alla sceneggiatura di Class Enemy, che ha anche coprodotto.

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Come nasce questa storia?
Quando ero al primo anno di liceo, una ragazza del terzo si suicidò e i suoi compagni fecero una rivolta a scuola a seguito di questo dramma. Accusavano il sistema scolastico che ritenevano responsabile. Avevano una trasmissione radio simile a quella del film. Queste trasmissioni mi hanno segnato molto. Molte scene del film si sono svolte veramente. Nel film, il giovane asiatico dice una frase molto importante: "Voi sloveni, quando non vi uccidete fra di voi, vi suicidate!". Sono in effetti due grandi problemi della società slovena. Il nostro tasso di suicidi è nella top 3 mondiale e il paese è segnato dai massacri che sono seguiti alla Seconda guerra mondiale, dove gli alleati si sono vendicati sui collaborazionisti. Le due fazioni sono ancora celebrate e commemorate nel paese. Il mio paese è ancora diviso in questo modo, oggi. Ho concepito la scuola del film come una micro società a immagine del mio paese e la Slovenia è come una mini Europa…

Il film è molto realista. Nessuno è completamente bianco o nero in questa storia…
Volevo che questo film riflettesse la vita, e nella vita niente è bianco o nero. Il bene e il male sono sempre legati. L'identificazione di chi ha torto e di chi ha ragione è emotiva. Il film è come uno slalom emotivo tra gli allievi e gli insegnanti, tra i genitori e gli allievi, i genitori e gli insegnanti e i professori fra di loro. I genitori vogliono il bene dei loro figli lasciandoli liberi e non imponendo loro alcuna autorità, ma questo non rende loro un gran servizio per la vita che devono affrontare. Il professore è duro con loro ed è per il loro bene. Mette freddamente gli studenti di fronte alle loro responsabilità.

Ha lavorato con attori professionisti?
Ci sono solo cinque attori professionisti nel film: il professore protagonista, il preside, l'insegnante di ginnastica, l'insegnante di matematica e l'insegnante incinta. Tutti gli altri protagonisti sono non professionisti e reclutati nelle scuole. Sono andato di classe in classe con un'idea dei miei personaggi e mi aspettavo che tutti volessero essere nel film, ma non è stato così. La studentessa che interpreta il ruolo della ragazza che si suicida, ad esempio, non si è offerta volontaria. Era troppo timida per alzare la mano. E' esattamente quello che cercavo per il ruolo, allora sono andato da lei a proporglielo. Ho poi parlato con i volontari per vedere quali potevano andare bene per ciascuno dei nove studenti del film. I selezionati sono stati infine invitati al casting. Questo approccio mi ha permesso di avere attori che corrispondessero ai personaggi che avevamo scritto senza doverli riscrivere o adattare i dialoghi in funzione di nuove personalità.

Come ha finanziato il film e perché non ha pensato a una coproduzione con la Germania, visto che la lingua tedesca è presente?
Il film è stato finanziato dallo Slovenian Film Centre che, per il secondo anno consecutivo, ha lanciato un bando per le opere prime. Abbiamo ottenuto 380.000 euro di liquidi e circa 100.000 euro in prestazioni tecniche. Tramite un produttore tedesco, avevamo sottoposto il progetto a Eurimages, ma abbiamo deciso di ritirare la candidatura per irregolarità amministrative, per evitare un rifiuto che avrebbe compromesso le nostre richieste future. Il mio direttore della fotografia, Fabio Stoll, è tedesco e ha studiato cinema a Monaco. E' stato molto difficile ottenere una Arri Alexa per girare il film, ma i suoi professori gli hanno scritto una lettera di raccomandazione sottolineando l'importanza per questo giovane tedesco di girare un film in Slovenia con un regista straniero. E' andato da Arri con questa lettera e abbiamo beneficiato di un importante sconto sulla camera che ci è costata meno della metà del prezzo. Un esempio di vero e proprio contributo tedesco al film, anche se non si tratta di una coproduzione.  

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(Tradotto dal francese)

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