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Nanouk Leopold • Regista

"Un film di formazione su una persona di 50 anni"

di 

- It's All So Quiet è il quinto film di Nanouk Leopold ed il suo primo adattamento.

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è la storia di Helmer, contadino di mezza età che sposta il padre malato al piano superiore e ha finalmente l’occasione di comprendere che ama gli uomini. Il film è il quinto di Nanouk Leopold e il suo primo adattamento.

Cineuropa: Il film è il suo primo adattamento: come mai ha scelto un romanzo molto apprezzato di Gerbrand Bakker?
Nanouk Leopold: Il mio produttore, Stienette Bosklopper, lo aveva opzionato e aveva collaborato con una persona che non era però riuscita a farlo funzionare, e quindi mi aveva suggerito di provare. All’inizio ero spaventata perché all’epoca era solo un lavoro di sceneggiatura e non mi sono mai considerata una sceneggiatrice, né ho mai adattato materiale altrui. Avevamo parlato dell’opzione “in caso mi innamorassi del materiale” e alla fine, quando Stienette stava già parlando con potenziali registi, ho voluto dirigerlo io. Dopo Brownian Movement [+leggi anche:
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, ho sentito il bisogno di muovermi in una nuova direzione.

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Ci sono delle differenze con i precedenti film, come la camera a mano, il protagonista maschio al posto della femmina e la classe operaia della campagna al posto della classe media cittadina. Ci sono anche delle somiglianze?
I personaggi non parlano molto, e penso che, forse più che nei miei film precedenti, corrispondano a personaggi reali. I contadini parlano poco o è solo la mia immaginazione? Comunque, ha funzionato.

Cos’è stata la cosa più difficile nell’adattare un libro in confronto alla scrittura ex-novo?
Non puoi portare la prima pagina di un libro nella prima pagina di una sceneggiatura: la costruzione e l’uso del tempo nei romanzi sono molto diversi. Il film segue la parabola dell’attenzione dello spettatore per la durata di una seduta di 90 minuti, e molte cose restano superficiali rispetto al romanzo, dove puoi saltare avanti e indietro nel tempo. Ho rimosso molte storie secondarie e ho dovuto immaginare in una fase successiva quello che è nella scrittura reale, dopo aver deciso quali scene tenere. È come un formaggio svizzero pieno di buchi, che devi riempire nuovamente per collegare il materiale che vuoi tenere. Il lattaio fiammingo è un personaggio complesso che in realtà non esiste davvero nel romanzo, che va avanti e indietro tra passato e presente. Solo nel montaggio ho capito di avere due storie d’amore (l’altra è con un giovane bracciante) che spingono avanti l’azione.

It's All So Quiet è un progetto separato o è una parte organica della sua opera?
Avevo paura che fosse “un adattamento che ha fatto una volta” ma ora vedo che non è questo il caso: l’ho reso mio. Ho sempre avuto fiducia in una sorta di processo decisionale inconscio quando si gira un film, la grande differenza qui era che qualcuno avrebbe potuto dire che stavo inconsciamente prendendo decisioni sbagliate, dato che il libro indicava in quale direzione doveva andare il film. L’ho mostrato a Bakker e gli è piaciuto molto, e questo mi ha resa felice. Ha capito che il cinema è un mezzo totalmente diverso e ha trovato intatte le atmosfere del libro.

I tipi di location del film (interni/esterni, aperto/chiuso, luce/buio) hanno spesso un significato anche metaforico. Come ha sviluppato il linguaggio visivo?
Era impossibile trovare la fattoria giusta e quello che si vede è l’insieme di quattro fattorie olandesi e una nella Germania settentrionale. Con il mio production designer, abbiamo scattato molte foto e visitato fattorie, e ci hanno aiutato nei dettagli — come ad esempio, i contadini dove lasciano stivali e zoccoli? — ma anche nelle idee per la storia. Negli interni volevamo dare l’impressione che Helmer si stesse sempre nascondendo, e abbiamo girato molto negli angoli. La fattoria è brutta, fredda, quasi un posto di lavoro, anche se alla fine sembra un po’ più romantica e c’è più sole. Il luogo dov’è ambientata la storia è uno degli elementi più importanti, se lo scegli bene puoi fare tutto bene.

Come descriverebbe il film in una frase?
Parla di una persona che non consente a se stessa di essere se stessa, e che deve capire chi è davvero per essere felice. È una storia di formazione su una persona di 50 anni.

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