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Michael Noer • Regista

“La realtà è il prerequisito naturale per le mie storie di fiction”

di 

- il 34enne regista danese ha realizzato numerosi documentari prima del suo primo lungometraggio,R. Torna adesso con Northwest.

Dopo il diploma alla National Film School di Danimarca, il 34enne regista danese Michael Noer ha realizzato numerosi documentari prima della collaborazione con Tobias Lindholm al suo primo lungometraggio, il premiato dramma carcerario R [+leggi anche:
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(2010). Northwest [+leggi anche:
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è stato scritto da Rasmus Heisterberg e prodotto da Nordisk Film Production.

Cineuropa: Cosa le piace dei criminali? Nel suo primo film erano dietro le sbarre e qui sono invece liberi di muoversi…
Michael Noer: Beh non è l’ambiente criminale che mi affascina, ma la fratellanza che si crea tra persone che ‘si ritrovano’ ad essere criminali. È più legato alla descrizione di quello che l’ambiente può fare su questi giovani e forse spiega perché le cose vanno a finire male, come a volte accade.

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Il mondo del crimine offre forse opportunità migliori di raccontare storie?
Non è necessariamente così, ma mi sono trovato a incontrare persone che avevano radici in questo particolare ambiente, e mi hanno offerto per le mie storie di fiction aspetti, situazioni o le loro vite intere.

Quale storia voleva raccontare, quella del motivo che spinge dei giovani a entrare nella malavita?
Volevo mostrare come avvengono cose brutte quando una rotellina dell’ingranaggio inizia a correre alla sua velocità, o quando scocca una scintilla e l’intero quartiere prende fuoco.

Il cinema di gangster non ha una grande tradizione in Danimarca. Come mai?
Parte della spiegazione nasce dal fatto che non avevamo grande consapevolezza dei fenomeni criminosi in Danimarca, ma la realtà e le recenti escalation di problemi nelle città danesi ci hanno risvegliato dal sonno.

La malavita in Northwest: ha trovato facilmente le informazioni o ha dovuto fare molte ricerche?
Il mondo criminale è dietro l’angolo, ma certamente non è un vicino che sarei andato a cercare naturalmente. Per me è importante enfatizzare che ‘Northwest’ (letteralmente ‘nordovest’) non è un’area geografica definita e non corrisponde al quartiere omonimo di Copenhagen. È una direzione, un ambiente, un fenomeno: è est, ovest, sud di Copenhagen, Berlino, Stoccolma, Parigi, Amsterdam e Atene — è universale.

Gli eventi e i personaggi del film possono essere ricondotti a eventi e personaggi reali?
Sono tutti personaggi di fantasia, piccoli mosaici di storie del destino, ricordi e osservazioni. Non troverete Casper nel mondo reale, ma sicuramente ne troverete tanti che possono riconoscere caratteristiche e situazioni nella performance di Casper nel film.

Durante le riprese è rimasto con loro?
I due fratelli vivano con tutti noi nell’appartamento, che era anche la casa del film. Ci siamo trasferiti lì giocando alla ‘famiglia’ nella nostra location. Di giorno giravamo, la sera uscivamo con i bambini per strada e nei club. All’inizio ci consideravano ‘stranieri’, ma dopo una settimana facevamo già parte dell’ambiente, come vicini.

Il fatto di essere stato un documentarista influenza il suo approccio al materiale?
Sicuramente: sono preoccupato dalla realtà, e la realtà è uno dei prerequisiti naturali per le mie storie di fiction. Ho scritto questo film con Rasmus Heisterberg (A Royal Affair [+leggi anche:
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intervista: Nikolaj Arcel
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), perché sono un suo grande ammiratore e adoro il suo stile nel creare intrecci e personaggi.

Come ha scelto il cast del film, e come mai ha voluto dei non professionisti come i due fratelli?
Avevo chiesto a due professionisti di interpretare i fratelli, ma avevo ottenuto un risultato totalmente diverso. Con Gustav e Oscar sin dall’inizio ho avuto la sensazione di confidenza e appartenenza tra i personaggi: sono credibili, nessuno può dubitare che siano davvero fratelli.

C’è una qualche morale, in senso classico, nel finale aperto?
Non vedo motivi per identificare una morale: il finale è duro, come nella vita — c’è un finale aperto nel film, e presumibilmente anche nella vita.

Ci sono ancora criminali nei suoi progetti futuri?
Il mio prossimo film è totalmente diverso, quando lo annuncerò la gente scuoterà la testa dicendo: impossibile. Penso che le grandi storie nascano dal confronto delle differenze, e vi garantisco che questa ne è una.

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