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Gerardo Herrero • Regista

"Se non l'avessi anche prodotto, sicuramente questo film non si sarebbe fatto"

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- Tra i produttori di punta del cinema spagnolo, Herrero concilia questo lavoro con quello di regista, ora al suo film numero 15: Silencio en la nieve. Un thriller bellico girato in Lituania.

Cineuropa: Che caratteristiche hanno avuto queste riprese, a parte il fatto di essersi svolte a bassissime temperature?
Gerardo Herrero: Dovevamo riuscire a girare in un posto dove l'azione fosse credibile. Ho perso un anno intero alla ricerca di un coproduttore russo, che non ho mai trovato, fino a che una produttrice mia amica mi ha detto che aveva lavorato in Lituania l'estate precedente, con una buona troupe e in buone condizioni. Bisognava scegliere bene le date delle riprese, per avere, essendo inverno, luce sufficiente e il paesaggio coperto di neve.

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E' questo il film più grande, dal punto di vista della produzione, della sua filmografia da regista?
No, El misterio Galindez era più grande. Silencio en la nieve [+leggi anche:
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intervista: Gerardo Herrero
scheda film
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non è tanto grande come sembra: il budget è di quattro milioni di euro. Non è una megaproduzione. E' stato girato tra febbraio e marzo in Lituania e poi in ambienti ricreati a La Ciudad de la Luz, ad Alicante.

Colpisce la prima immagine del film, con quei cavalli intrappolati nel gelo.
Visivamente è molto attraente, perché ti introduce in un'atmosfera speciale. L'ho dovuta girare due volte perché la prima, secondo il piano di lavoro, l'abbiamo fatta in una giornata soleggiata e con molta luce, ma perdeva il suo aspetto tenebroso e misterioso. Così, una volta montata abbiamo visto che era ben raccontata, ma non andava bene: abbiamo dovuto girarla di nuovo, in meno tempo, ma con questa atmosfera che introducesse lo spettatore in un ambiente gelido.

Come è nato il progetto di adattare al cinema il romanzo Il tempo degli strani imperatori di Ignacio del Valle?
Il coproduttore del film, Antonio Saura, mi ha passato il libro: mi sento a mio agio nel thriller e vidi che questo era oltretutto molto originale, perché non c'erano molti film sulla Divisione Azzurra, e poi aveva una buona trama e grandi personaggi. Mi attirò subito e il progetto mi sembrò molto interessante: ci sono entrato dentro per vedere se riuscivo a portarlo avanti e alla fine ci ho lavorato due anni e mezzo.

Lei è un esperto di adattamenti.
Qui mi sono rivolto a uno sceneggiatore, Nicolás Saad, con cui ho avuto una buona intesa nel mio film predecente, Corredor nocturno, e ho scritto l'adattamento con lui: abbiamo cambiato alcune cose del romanzo. E' un film di genere ma con buoni personaggi e immagini forti, come quella dei cavalli nel gelo, uniti alla ricerca di fotografie dell'epoca, incorporate nella pellicola. Abbiamo disegnato lo storyboard di tutte le scene importanti, e ci siamo attenuti ad esso il più possibile. Erano sette settimane di riprese, perciò era meglio pianificare tutto.

Come si concilia il ruolo di produttore e di regista in uno stesso film?
Tutta la mia carriera cinematografica è stata così. Ho sviluppato questa abilità. Se non fossi stato produttore forse non avrei potuto girare tanti film. Se sei solo regista può capitare di scontrarti con il produttore; in questo modo devo mettermi d'accordo con me stesso e con la mia troupe, ma penso che questo sia il cinema. Sono solo due pezzi di una squadra che fa il film, ma, probabilmente, se non fossi stato io il produttore, difficilmente questa pellicola sarebbe stata realizzata: non avrei trovato nessuno che me l'avrebbe prodotta. E ho trovato soci in Spagna e in Lituania. Credo anche che molti registi non sappiano usare le risorse come faccio io: probabilmente a un altro regista questo film sarebbe costato di più.

E com'è girare in Lituania?
Lo abbiamo fatto incredibilmente bene. Mi sembra un miracolo come abbia tutto funzionato bene, anche se bisognava comunicare in inglese e la comunicazione è stata ottima. Ho dovuto pure portare carri armati da Polonia, Estonia e Germania. Questo trattamento paritario è piaciuto ai lituani. Lì si gira poco, lavorano sulla coproduzione europea con italiani, tedeschi e svizzeri, che vanno a girare lì per i suoi incredibili paesaggi.

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