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Eric Lagesse • Distributore, Pyramide

"Tutti puntano sugli stessi film"

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Fondata nel 1989, Pyramide opera nel campo della distribuzione, della produzione e delle vendite internazionali. Un triplo mandato che dà al suo direttore Eric Lagesse un punto di vista privilegiato sull'evoluzione del mestiere di distributore indipendente.

Qual è la politica di acquisizione di Pyramide Distribution?
Eric Lagesse: Noi lavoriamo sui colpi di fulmine. Quando qualcosa ci piace, proviamo a comprarla. Abbiamo una linea di autori che va dai più ricercati come Nuri Bilge Ceylan, ai più popolari come Stephan Elliot o Fatih Akin. Le nostre acquisizioni avvengono per il 70 %, anche di più, sugli script. Oggi è chiaro che i grossi progetti sono patrocinati dalle grosse società. Il nostro lavoro consiste sempre più nello scoprire nuovi autori. Un giovane autore va dai distributori indipendenti come Pyramide per trovare un sostegno che gli permetta di andare poi a bussare alle porte delle televisioni e di altri partner finanziari. La nostra line-up è spesso composta per la maggior parte da opere prime. Ma se non c'è passione, non si va avanti, perché per tre mesi ci si mette tutta l'energia e la motivazione, il film, il suo regista e il suo produttore.

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La recente crisi delle vendite internazionali ha giovato ai distributori indipendenti? Purtroppo la crisi dei venditori è una crisi di pubblico. E' una reazione a catena: i compratori sono diventati più cauti nell'assumersi rischi perché il pubblico è molto più cauto quando si tratta di spendere soldi per vedere un film. Tutti si buttano sugli stessi film. Anche se Pyramide Distribution ha avuto una buona annata 2009, so che è un successo fragile. Il numero di uscite ogni settimana rende la competizione assolutamente delirante e il pubblico non va a vedere quattro film a settimana. In Francia, esce di tutto: le piccole strutture distribuiscono cinque film all'anno, altre 12-14 (Pyramide) e altre ancora fino a 25 (Mars). Ma quando lo spettatore ha troppa scelta, finisce paradossalmente per mangiare sempre lo stesso piatto.

Qual è la vostra strategia di lancio dei film?
Non sono un grande fan della diffusione massiccia di copie in tutta la Francia. Ma abbiamo lanciato Partir in 250 copie. Nessuno ha la scienza infusa: bisogna adattarsi. Io lavoro molto per analogia, comparando tale film con un altro che noi, o un concorrente, abbiamo già lanciato. Si analizzano queste uscite, quelle che hanno portato più frutti, le sale che hanno funzionato, ecc. Si ha sempre bisogno di riferimenti in questo mestiere. Ma i costi di distribuzione sono aumentati da quando si è cominciato a mettere cartelloni dappertutto, ad essere presenti sui giornali, a comprare gli spazi pubblicitari... I circuiti hanno sempre meno spazio per gli annunci gratuiti e un giorno sarà tutto a pagamento. Non so se i distributori indipendenti potranno vincere questa battaglia, perché da un certo livello in poi non possono più competere. Per questo motivo, la pubblicità in televisione sarebbe una catastrofe: andrebbe solo a vantaggio dei grossi film. Tuttavia, basta vedere quanti film dei grandi festival sono distribuiti dagli indipendenti: senza di noi, non ci sarebbe più niente da mettere sotto i denti! Ma bisogna darci i mezzi per continuare, anche se la Francia è ancora un paese benedetto che ci aiuta e sostiene.

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