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Kate Gerova • Direttrice marketing di Soda Pictures

Nostre uscite sono un mix di digitale e di 35 mm

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Cineuropa ha incontrato Kate Gerova al Cartoon Movie 2010 a Lione e le ha rivolto alcune domande sul mercato della distribuzione nel Regno Unito.

Cineuropa: Com'è la situazione dei distributori indipendenti nel Regno Unito?
Kate Gerova: La situazione è piuttosto difficile. Ogni settimana escono molti film, perciò il mercato è affollato. Come in altri paesi, il più delle volte si tratta di produzioni proprie. Tuttavia, penso che, perlomeno a Londra e in altre città importanti del Regno Unito, ci sia molto movimento sulla scena indipendente: alcuni film indipendenti ed europei ottengono ottimi risultati.

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Noi distributori dobbiamo lanciare campagne pubblicitarie intelligenti e orientarci verso i cinema più adatti. Il cinema europeo ha il suo pubblico, ma resta complicato, in mezzo a tante uscite, attirare l'attenzione sul tuo film. La pubblicità e il marketing nel cinema sono piuttosto cari, ed è difficile rientrare delle spese di distribuzione.

Quali sono stati i successi più recenti del cinema europeo nel Regno Unito?
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Quanto spendete, in media, per distribuire un film?
Dipende dal film; non è una risposta semplice. Per una campagna di piccole proporzioni, la spesa oscilla tra £30,000 e £40,000 [€33,000 e €44,000]. Questo sarebbe il costo minimo di stampa e pubblicità. Grazie allo UK Film Council [UKFC], che mediante un fondo copre le spese basilari di pubblicità, i budget possono salire a €80,000 o anche €120,000. Con queste cifre, la casa di distribuzione può sperare che la propria pellicola sia sufficientemente pubblicizzata.

Esistono tendenze nella distribuzione? Come vede la digitalizzazione delle sale cinematografiche?
Noi avevamo già guardato agli schermi digitalizzati, perché lo UK Film Council finanziò il loro lancio. Allo UKFC sono piuttosto attivi e volevano essere certi che i distributori potessero disporre delle sale digitalizzate. La grande minaccia per i distributori indipendenti sono i complex multisala come Odeon, View e Cineworld, che si pagano da soli la propria digitalizzazione e, di conseguenza, ci obbligheranno a pagare una tassa aggiuntiva.
Quando una casa di distribuzione lancerà una pellicola, dovrà pagare il cinema affinché quest'ultimo recuperi il denaro investito in equipaggiamento digitale. In ogni caso, la transizione è inevitabile, visto che ci sono sempre più pellicole in 3D. Credo che sarà un periodo di transizione e di difficoltà per il mercato indipendente, poiché il mondo della digitalizzazione non è ancora del tutto flessibile.
Molte delle nostre uscite, ad esempio, sono un mix di digitale e di 35 mm. Noi lavoriamo con sale cinematografiche piccole che ancora necessitano del supporto 35 mm. Abbiamo un costo per copia, il costo digitale e ora anche la tassa addizionale per la digitalizzazione. In un modo o nell'altro, a noi ogni uscita ci costa tanto.

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