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José Antonio Félez • Produttore

Da Tesela ad Atipica Films, un piccolo passo

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Dopo undici anni e 22 lungometraggi, Tesela chiude le porte. In questi anni è diventata una delle case di produzione indipendenti più importanti, grazie a titoli come El bola (2000), 7 vírgenes [+leggi anche:
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(2004), AzulOscuroCasiNegro [+leggi anche:
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(2005) e 8 citas (2008). Ma la storia non finisce qui. Per il produttore José Antonio Félez si tratta di “un punto e a capo”, visto che il testimone passerà ad Atipica Films.

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“Alla fine del 2008, Prisa [comproprietaria di Tesela] ha deciso di puntare solo sui settori strategici, e il cinema non era fra questi. Così, nel febbraio 2009 ho venduto loro la mia partecipazione. Con loro siamo rimasti in buoni rapporti. Se ci sarà modo di collaborare, lo faremo sicuramente. Sono sempre stati molto rispettosi. Ho sempre potuto fare i film che volevo, come e quando volevo”, spiega Félez.

Ma ora bisogna guardare al futuro: “Stiamo cercando di rilanciare Atipica Films. Sto lavorando in due direzioni. Da una parte, ottenere un supporto finanziario stabile per poter continuare a fare due film all'anno. Dall'altra, siamo coinvolti nel nuovo progetto di Daniel Sánchez Arévalo, che si chiama Primos, e in quelli di Alberto Rodríguez e Rodrigo Sorogoyen”.

Tre autori che avevano già lavorato con Tesela, il che dà l'idea della continuità: “Credo che Tesela sia stata un'esperienza di successo e non trovo ragioni sufficienti per cambiare modello. I principi che hanno guidato Tesela sono sempre validi, anche per questa nuova avventura”.

Produzioni che sono caratterizzate da tratti ben precisi, come la varietà (“l'ultimo anno di produzione di Tesela ha dato dimostrazione di quella che è la varietà della nostra impostazione, con Gordos [+leggi anche:
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”) e il rifiuto sia del cinema d'autore che volta le spalle al pubblico (“Mi sembra un atteggiamento molto superbo. Una cosa che costa tanto come il cinema non può permetterselo”), sia di quello commerciale (“Mi dà tanta pena vedere film che sembra non abbiano un padre”). Per Félez, “è perfettamente possibile fare un film con un determinato contenuto e che allo stesso tempo arrivi al pubblico. Se il cinema ha come obiettivo quello di informare la società che qualcosa sta accadendo, bisogna assicurarsi che la gente lo veda”.

Una delle caratteristiche principali consiste nel “lavorare con nuovi registi che siano anche sceneggiatori e creare una relazione stabile con loro”, come dimostrano i casi di Alberto Rodríguez, Achero Mañas, Daniel Sánchez Arévalo e Santi Amodeo. “[La produzione di un film] è un lavoro molto particolare. Si instaurano relazioni molto strette, intense e lunghe. Stabilire una relazione in età adulta costa sempre, ma credo che faciliti molto le cose. Può funzionare perfettamente come uno specchio dell'altro”.

Félez insiste inoltre sull'importanza della preparazione: “Sono totalmente dell'idea che i film vadano preparati bene, anche dal punto di vista economico. Il regista deve avere tempo sufficiente per lavorare con gli attori e pianificare il film. Esiste sempre una quota di imprevisti, ma può essere un 10-15% della pellicola. Se il restante 85-90% è pianificato, tutto va molto più veloce, tutti sanno cosa devono fare. Non credo che venga meno la creatività, ma che al contrario la favorisca, perché permette di avere più tempo nei momenti in cui è necessario cercare qualcosa di più”.

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