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Spiro Scimone e Francesco Sframeli

Due teatranti in cerca di cinema

di 

- La trasposizione di una loro vecchia pièce segna l’esordio dietro la macchina da presa dei due attori siciliani Scimone e Sframeli

Per la prima volta dietro la macchina da presa, con un passato di autori e attori del teatro meno ufficiale, i messinesi Scimone e Sframeli sono i Due amici della “Settimana della Critica”.
Le premesse per far sì che siano la rivelazione italiana della Mostra ci sono. Il film è di intensa poesia, malinconico e tragicomico, una fiaba contemporanea che racconta le solitudini opposte di due siciliani emigrati (Nunzio estroverso e ingenuo come un bambino e Pino adulto senza infanzia) in una terra di nessuno.

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Il film è tratto dalla vostra piéce teatrale di otto anni fa Nunzio. Nella sua trasposizione per il grande schermo perda le qualità di allora?
Scimone. “Teatro e cinema non sono separati, c'è tra loro continuità nel bisogno di raccontare storie e trasmettere emozioni. Noi partiamo da situazioni reali, ma non ci basta. Il cinema, il teatro, l'arte in genere devono andare oltre, perché solo partendo dal reale si può arrivare al surreale, alla fiaba, al sogno.”

Quali difficoltà avete incontrato?
Sframeli. “Abbiamo amato e odiato Nunzio, che per noi è come un figlio. Non volevamo fare una trasposizione cinematografica della nostra pièce, ma scoprire, sperimentare un nuovo mezzo. Il risultato finale è una storia cinematografica autonoma dal testo teatrale.”

Quale è stato il contributo di Giuseppe Tornatore, qui in veste di produttore?
Scimone. “Tornatore ha letto le nostre successive stesure, lasciandoci comunque carta bianca. Ha compreso fin dall'inizio che potevamo mettere in scena quella sceneggiatura con i nostri errori e con le nostre verità. Abbiamo elaborato alcuni suoi suggerimenti di uomo di cinema.”

Il dialetto messinese, per una storia dalla lingua universale
Sframeli. “La lingua è quella costruita per il teatro, parole messinesi accuratamente scelte per dare ritmo e musicalità. Il testo è uno spartito, le parole sono delle note e devono creare un suono armonioso. Il messinese per comunicare le emozioni più profonde. Perché è la lingua che Nunzio e Pino parlavano da bambini, che li ha fatti crescere, che li unisce, che li riporta alla loro terra d'origine.”

Nel cast avete voluto attori di formazione e esperienza teatrale
Sframeli. “Non esiste l'attore di teatro o di cinema, esiste solo l'attore.”

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