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Luc & Jean-Pierre Dardenne • Produttori

"Grande scuola italiana che racconta una pagina di Storia"

di 

- Incontro con i fratelli Dardenne, coproduttori de La prima linea al fianco della Lucky Red di Andrea Occhipinti

Viste da Liegi, dove i fratelli Dardenne (coproduttori de La prima linea [+leggi anche:
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intervista: Luc & Jean-Pierre Dardenne
intervista: Renato De Maria
scheda film
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al fianco della Lucky Reddi Andrea Occhipinti) vivono e dirigono i loro film, le vicende produttive che hanno coinvolto il film di Renato De Maria sembrano incomprensibili. “Ci spiace che le autorità italiane si siano comportate così”, dice Luc, all’indomani dell’ennesimo colpo di scena: Andrea Occhipinti, dopo le ultime dichiarazioni del Ministro della cultura Sandro Bondi (“L’opera non è apologetica, ma sarebbe meglio non finanziarla”), ha rinunciato ai fondi del MIBAC, “e penso – aggiunge Jean-Pierre – che sia la prima volta che in Europa qualcuno rinunci ai finanziamenti statali per non inquinare il destino di un film. Onore al merito ad Andrea, che col suo atto di fede dimostra di credere che quest’opera è più forte di ogni polemica”.

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Polemiche a parte, i Dardenne sono molto soddisfatti de La prima linea: “Siamo stati sedotti dalla sceneggiatura – continua Jean-Pierre – perché riannoda molti fili della grande scuola del cinema italiano, e racconta una pagina di Storia di questo Paese attraverso l’itinerario di un uomo che racconta la consapevolezza di essere un assassino. Anche se voleva un mondo migliore”.

“Il ritmo del film è un ritmo d’agonia”, riflette Luc Dardenne, “e il viaggio verso il carcere di Rovigo, dal quale Segio vuol far evadere la compagna, è come un corteo funebre, con le vetture che trasportano le vittime passate e future, nonché il cadavere dell’amore tra i due protagonisti”. Agonia, d’accordo, ma anche – in un certo senso – speranza: “Perché De Maria racconta anche il cammino di un uomo per riappropriarsi di se stesso”, conclude Jean-Pierre, “e il suo tentativo di ricongiungersi alla comunità umana dopo aver ucciso un padre. La scommessa di Renato, vinta anche grazie alle prove di Riccardo Scamarcio e Giovanna Mezzogiorno, è stata fare un film che non si trasformasse in un tribunale”.

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