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Asghar Farhadi • Regista

“Una cosa che non farò mai è lanciare messaggi attraverso il cinema”

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- Asghar Farhadi ha discusso con la stampa presente al Qumra del recente Oscar vinto e del suo prossimo progetto spagnolo, prodotto da Pedro Almodóvar e interpretato da Penélope Cruz e Javier Bardem

Asghar Farhadi • Regista

Anche quest’anno, il cineasta iraniano Asghar Farhadi ha marcato la storia del cinema. Dopo essere stato il primo regista del suo paese ad aggiudicarsi un Oscar – risale al 2012 la vittoria di Una Separazione come Miglior Film Straniero – qualche settimana fa Farhadi ha portato a casa una seconda statuetta per Il Cliente [+leggi anche:
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, sempre nella categoria Miglior Film Straniero. Ora il regista è impegnato nella pre-produzione di un nuovo lavoro - ancora senza titolo e che certamente verrà coprodotto dalla società El Deseo di Pedro Almódovar - e, come sua abitudine, è restio a diffondere i dettagli. Per il momento, sono stati resi pubblici solo i nomi dei protagonisti, Penélope Cruz e Javier Bardem, e una assai scarna trama che, sembra, ruoterà attorno alle tribolazioni di una famiglia. Un tema, questo, che spesso ricorre nei suoi film. Le riprese, con un cast di soli ispanofoni, dovrebbero iniziare quest’estate, per poi concludersi il prossimo anno. Farhadi ha risposto alle domande della stampa internazionale in occasione della sua partecipazione all’iniziativa Qumra organizzata questa settimana dal Doha Film Institute.

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Come ha vissuto il fatto di ricevere un secondo Oscar?
È un’esperienza che avevo già sperimentato con Una separazione, ma questa volta è stato un po’ diverso. Il mio distributore, Amazon, è diverso e ho avuto poche occasioni per promuovere il film negli Stati Uniti, anche perché la pellicola era già abbastanza conosciuta, il pubblico l’aveva già vista e non c’era bisogno di presentarla. All’inizio volevo partecipare alla cerimonia, ma in seguito, dopo l’ordine di restrizione emanato da Donald Trump nei confronti dell’ingresso nel paese dei cittadini di alcuni paesi, ho deciso di non andarci e di seguire la premiazione online.

Al momento si trova in Spagna e tra poco inizierà le riprese con due grandi star. Cambierà qualcosa per lei?
Come sapete, ho girato Il Passato [+leggi anche:
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in Francia, quindi non è la prima volta che lavoro all’estero. Dopo quel film, in teoria, avrei dovuto lavorare a un progetto spagnolo, ma allora ebbi d’un tratto come l’intuizione di dover tornare a casa e di fare un film in Iran. È ciò che poi è accaduto con Il cliente. Ora sono tornato a quel progetto accantonato: sto proseguendo la sceneggiatura qui in Spagna, siamo ancora in una fase di sviluppo. È vero che i due protagonisti sono due star, ma come sempre avviene con gli attori che dirigo, anche con loro mi trovo bene. Sono persone cordiali con cui mi piace trascorrere del tempo. 

Perché ha scelto questi due attori in particolare?
Tra noi c’è un rapporto facile, amichevole e rilassato e siamo tutti entusiasti del copione: un buon punto di partenza per iniziare un progetto. 

Sta lavorando con Pedro Almodóvar. Come è nata la collaborazione e perché ha deciso di essere coprodotto da lui?
Avevo già cominciato il progetto con il mio solito produttore (Alexandre Mallet-Guy) della società francese Memento. Dal momento che il film sarà ambientato in Spagna, la società ha richiesto un coproduttore del posto e la prima persona a cui abbiamo pensato è stata Pedro Almodóvar con la sua El Deseo - prima di tutto perché adoro il suo modo di operare, poi perché la sua società è la più professionale del paese e per le loro produzioni precedenti hanno svolto un eccellente lavoro.

Nei suoi prossimi progetti si occuperà dell’attuale clima politico internazionale? Intende mandare un messaggio?
Ci sono due cose che sono certo non farò mai nella mia vita. La prima è fare film politici: non mi piace guardare il mondo attraverso la stretta lente della politica. Mi interessano la società, la gente, non i temi politici, che appartengono a un gruppo così esiguo di persone. L’altra cosa che non farò mai è lanciare messaggi attraverso il cinema. I messaggi non servono più, oggi. I nostri film dovrebbero porre domande invece di fornire risposte. 

Si immagina un giorno a dirigere un film con elementi comici o una commedia?
È uno dei miei sogni nel cassetto. Spero di realizzare un giorno un film comico, di parlare dell’umanità con i toni della commedia. Sarebbe un’impresa difficile, ma spero di poterlo fare presto, magari tornando a lavorare in Iran. Non proverei nemmeno a girare una commedia al di fuori della mia cultura, non sarebbe possibile. Uno dei miei registi preferiti è Billy Wilder, adoro i suoi film.

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(Tradotto dall'inglese)

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